(di Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) Uno mandante, l’altro esecutore. Tutti e due colpevoli d’incendi messi a segno ai danni di una nota penalista. Che a più riprese, negli anni, è finita nel mirino degli attentatori. Così da fare scattare, in tempi differenti, otto arresti dei carabinieri. E, come chiesto dalla procura, ora in due sono stati condannati per un paio di attentati incendiari ai danni dell’avvocatessa Maria Giambra. La pena più severa è stata inflitta al trentasettenne di Montedoro, Francesco Nugara (assistito dall’avvocato Giovanni Salvaggio) con 4 anni e 6 mesi di carcere, un paio di mesi in più rispetto alle richieste della procura. È stato indicato come l’istigatore di un incendio ai danni della professionista, su mandato di un terzo, colui che è ritenuto la vera “regia” e attualmente in giudizio in un processo con rito ordinario.
È, invece, di 2 anni di reclusione, con il beneficio della pena sospesa, la condanna piovuta sul capo del quarantottenne Salvatore La Porta, agrigentino d’origine ma che vive a Montedoro (difeso dall’avvocato Vincenzo Pillitteri), nei confronti del quale sono cadute le aggravanti che erano state contestate con l’ipotesi, per entrambi, di danneggiamento seguito da incendio. Ma non è tutto. Sì, perché i due dovranno anche risarcire le parti civili, ruolo rivestito dalla stessa penalista (assistita dall’avvocatessa Letizia Galati), dal marito, Pietro Lo Nobile (assistito dall’avvocato Pietro Sorce) e dal consiglio dell’ordine degli avvocati (rappresentato dal legale Giacomo Butera). L’entità dell’indennizzo sarà poi stabilita in un giudizio civile.
Questo il pronunciamento, passando per lo sconto di un terzo della pena per via del rito scelto dagli imputati, che è stato emesso dal gup David Salvucci che li ha giudicati in abbreviato. Le motivazioni alla base della decisione saranno depositate entro i prossimi novanta giorni. Nugara è stato tirato in ballo per un attentato consumato il 18 gennaio del 2020. Quella notte su suo mandato – secondo l’accusa – altri due complici, già condannati in appello, sarebbero entrati in azione. Tra loro anche una donna che avrebbe cosparso di benzina, per poi incendiarla, la Peugeot 3008 dell’avvocatessa Giambra. Il suv era parcheggiato davanti la residenza estiva di campagna, in contrada Pirito, alla periferia di Serradifalco. E il fuoco, in breve, ha danneggiato un’altra auto vicina, un’Audi Q3, e qualche struttura esterna della villetta annerendo pure il prospetto. Sono stati momenti di paura per la professionista ed i suoi familiari che dormivano in casa e che sono stati svegliati da quell’inferno di fuoco.
La Porta, invece, è ritenuto l’autore materiale di un precedente attentato incendiario, sempre ai danni della penalista. Era il 30 gennaio 2019 quando le è stata bruciata l’auto parcheggiata sotto il suo studio di via Bissolati. Ancor prima, nel novembre del 2018, l’avvocatessa Giambra aveva subito un primo danneggiamento d’auto e, successivamente ai due episodi al centro del processo che s’è appena concluso, nell’estate del 2021 – era la notte del 7 luglio – sono stati esplosi alcuni colpi di pistola contro la sua abitazione. (*VIF*)