L’emendamento alla legge finanziaria della Regione siciliana che getta le basi per la realizzazione del quarto policlinico in Sicilia ha fatto risvegliare nei nisseni una forte coscienza civile e un conseguente senso di appartenenza alla propria città, che hanno piacevolmente sorpreso chi è abituato, a memoria d’uomo, ad una popolazione sonnolenta e raccolta in se stessa. Se n’è di nuovo parlato sabato scorso alla sede del Consorzio Universitario e se ne riparlerà domani (sabato alle 10) al Teatro comunale “Regina Margherita” nel corso di un’assemblea cittadina organizzata dall’associazione “Noi per la salute – Tina Anselmi” e dal movimento “Policlinico universitario”, con il patrocinio dell’amministrazione comunale.
Il punto, ancora una volta, è se la questione Policlinico, così come è stata posta finora, costituisca realmente un problema che può e deve trovare una soluzione quanto più possibile favorevole al contesto socio-economico della provincia nissena o se si tratti di una situazione ormai definita al di là delle dichiarazioni d’intenti e della volontà manifestata dalla politica e dalle istituzioni, che lascia ben poco spazio a margini di trattativa. “Il Policlinico – afferma Enrico De Cristoforo, giornalista – è a mio avviso una falsa questione, perché con ogni probabilità si farà ad Enna e soltanto dietro lunghe trattative la nostra città potrà ricavarne un qualche beneficio”.
"Il protocollo d’intesa, secondo quanto previsto dall’ex art.1 del Decreto legislativo n°517 del 1999 e dal Dpcm del 24 maggio 2001, tra l’Ateneo ennese e la Regione siciliana – prosegue Pippo Pastorello, Presidente di “Noi per la salute – Tina Anselmi” – è stato siglato il 24 Febbraio del 2022. Pertanto il capoluogo ennese ha già compiuto da più di un anno i primi passi fondamentali per l’istituzione nel suo territorio dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata a gestione mista”.
“Vorrei che si parlasse di quarto polo sanitario del Centro Sicilia – dice Annalisa Petitto, avvocata, consigliera comunale e candidata sindaca alla città di Caltanissetta – perché in realtà il tema centrale non è Policlinico si o Policlinico no, quanto piuttosto il potenziamento del Sant’Elia come Dea di secondo livello”.
“In questi anni – continua Petitto – si è andati incontro ad un continuo depotenziamento, oltre infatti alla chirurgia vascolare, alla cardiochirurgia, alla chirurgia pediatrica e alla neurochirurgia, bisognerebbe con urgenza prevedere chirurgia toracica e terapia intensiva neonatale, la cui mancanza costringe tante donne nissene ad andare a partorire ad Enna. Ai giovani noi dobbiamo dire la verità, perché deve essere chiaro che l’unica strada percorribile è quella di un accordo con l’Ateneo di Enna, in base al quale Caltanissetta potrebbe configurarsi come sede clinica e ospedaliera per i tirocini e le specializzazioni, cosa d’altronde già in atto”. “Anche io ritengo – afferma Giancarlo La Rocca, segretario del circolo “Libertà” –che urge attivare un confronto non solo con l’Ateneo di Enna, ma anche con quello di Agrigento”.
“Come Consiglio comunale – spiega Tilde Falcone, consigliera comunale e presidente della VI Commissione consiliare sanità – abbiamo già prodotto un atto d’indirizzo per la costituzione del Policlinico a Caltanissetta, che chiederemo di firmare ai Consiglieri dei 22 Consigli comunali della provincia nissena per poi sottoporlo al Presidente della Regione. In questa battaglia non ci devono essere colori politici ma soltanto unità d’intenti”.
Occorrerebbe dunque sedersi subito attorno ad un tavolo di concertazione e provare a trovare un comune accordo tra Consorzio universitario nisseno, Unipa di Palermo, Libera Università “Kore” di Enna, Direzione generale dell’Asp di Caltanissetta e di Agrigento, e Regione siciliana, anche perché se è evidente da un lato il consolidamento negli anni dell’Ateneo privato di Enna, che ha allargato il suo bacino d’utenza a numerose provincie dell’isola, dall’altro rimane il fatto che l’ospedale Umberto I di Enna è un Dea (Dipartimento d’emergenza) di primo livello (spoke), mentre il nosocomio nisseno oltre ad essere Dea di secondo livello (hub), è sede da 27 anni della facoltà di medicina e chirurgia e del Cefpas, Centro per la formazione permanente e l’aggiornamento del personale del servizio sanitario.
Maria Grazia Pignataro