Grande partecipazione al V convegno regionale su "Controversie in senologia" organizzato dalla Regina Pacis. Curato dalla Full Congress di Daniela La Russa, il convegno, aperto con i saluti del presidente dell'ordine dei medici Giovanni D'Ippolito, ha visto la partecipazione di oncologi, chirurghi generali, esperti di chirurgia plastica e ricostruttiva, radiologi, anatomopatologi, medici di medicina generale, ginecologi, psicologi, biologi e infermieri. Nel corso del convegno si è parlato di nuove frontiere sulla terapia del tumore al seno. Sull'argomento abbiamo intervistato il direttore scientifico Domenico Cirrito, chirurgo senologo alla clinica Regina Pacis di San Cataldo.
Cosa deve aspettarsi una donna che riceve una diagnosi di tumore al seno?
Negli ultimi anni si è modificato in senso migliorativo il panorama delle indagini diagnostiche. All'iniziale uso della mammografia e l'ecografia si sono aggiunti ulteriori strumenti diagnostici, quali la mammografia con mezzo di contrasto, la risonanza magnetica e sono tutti esami che hanno contribuito notevolmente a migliorare la diagnosi e in certi casi addirittura ad anticiparla. Per quanto riguarda gli altri momenti della cura c'è sicuramente la possibilità di non dover sempre e comunque ricorrere alla rimozione di tutti i linfonodi ascellari come si faceva una volta, la possibilità di fare un trattamento chirurgico conservativo. Quando oggi vediamo che non ci sono le condizioni biologiche per fare la mastectomia, e sono tante, la chirurgia conservativa consente di eliminare e risolvere il problema della malattia senza dovere creare danno estetico e psicologico alla paziente.
Nel corso del convegno è emerso anche che il tumore triplo negativo, considerato il più aggressivo, oggi può essere trattato.
I grandi passi in avanti sono stati fatti soprattutto nella diagnostica e nella cura medica. Io che faccio il chirurgo al contrario ho dovuto ripiegare su me stesso e quindi da interventi sempre e comunque demolitivi, le cosiddette mastectomie, siamo passati a interventi più conservativi. Grandi passi in avanti sono stati fatti nella cura medica. Oggi, mentre parliamo, sono in corso studi per trovare nuovi farmaci che possono essere utilizzati non solo prima dell'intervento, ma anche per curare le forme che biologicamente sono state refrattarie alle terapie. Certo parliamo di terapie importanti, a volte aggressive, ma che possono ridurre e controllare l'aggressività del tumore e nel frattempo portare avanti gli studi per altri farmaci.
Ci sono poi dei carcinomi che invece hanno una buona prognosi, quindi con possibilità di guarigione completa.
La famiglia dei tumori della mammella si compone di tanti tipi di tumore, ciascuno con le proprie caratteristiche. Alcuni con caratteristiche comunque curabili, di poca o scarsa aggressività, e altri via via con aggressività maggiore. Ma la cosa importante è che oggi stiamo capendo i meccanismi che stanno alla base soprattutto dei tumori più aggressivi e riuscendo a capirne i meccanismi possiamo cercare realmente di distruggere questi tumori nella fase di crescita. Il che significa aspirare a una guarigione completa anche nelle forme più aggressive.
Anche nel caso di donne con tumore metastatico ci sono molti casi in cui le donne continuano a vivere per molti anni con una buona qualità della vita ormai.
In alcuni casi, questo va detto, non è possibile guarire per la donna però la possibilità di avere terapie nuove, che consentono comunque di bloccare la metastasi o addirittura di guarirla in attesa, purtroppo, della comparsa di altre metastasi, ci consente di cronicizzare queste pazienti. Capisco che si parla di pazienti che si sentono di vivere con il cancro praticamente addosso però cerchiamo di prolungare il tempo di stabilizzazione della malattia, o senza la malattia, nella speranza che nuovi farmaci riescano a battere anche le ultime residue presenze tumorali o metastatiche.
Cosa ci si deve aspettare quindi nel prossimo futuro?
Il prossimo è un futuro molto positivo. Oggi nel convegno abbiamo parlato anche di intelligenza artificiale. Non è una parola fine a sé stessa ma un filone di ricerca che ci consentirà intanto di capire i meccanismi di crescita dei tumori ma anche di trovare soluzioni chirurgiche e soprattutto mediche importanti, perché alla fine sono convinto che questo male si riuscirà a distruggere. E nel frattempo non possiamo stare a guardare. Sicuramente la scienza sta lavorando per trovare i mezzi, i sistemi, le terapie, per provare ad aggredire e distruggere completamente questa malattia.