Pubblicato il: 07/11/2014 alle 16:03
“Rileviamo con grande stupore l’amarezza espressa dal caro amico Mario Zurli, circa il mancato omaggio alla memoria dei “carusi”, vittime della strage della Miniera Gessolungo del 1881, avendo infatti, questa Amministrazione coinvolto lo stesso nell’organizzazione della giornata commemorativa della strage, che si svolgerà, come ogni anno oramai da tempo, il 12 novembre prossimo, quindi tra 5 giorni”. La puntualizzazione arriva dal sindaco di Caltanissetta, Giovanni Ruvolo, dopo l'intervento di Mario Zurli – presidente dell'associazione Amici delle Miniere – che denunciava come nel cimitero dedicato alle vittime non sia stato portato un fiore in occasione della Commemorazione dei Defunti.
“In quell’occasione infatti, alla presenza di tutte le autorità civili, militari e religiose, e di una rappresentanza scolastica, verrà rivolto esclusivo e doveroso pensiero a quei minatori, perlopiù giovanissimi, che persero la vita in quella tragica occasione. Viceversa, consta che mai, in quello stesso commovente luogo, sia stata svolta alcuna manifestazione in occasione della Commemorazione dei Defunti”, osserva il primo cittadino che aggiunge: “Come Mario Zurli sa bene, insieme agli altri amici che si preoccupano di tenere vivi i ricordi e le tradizioni legate al mondo minerario del nisseno, questi temi sono cari alla nostra amministrazione, e in particolare il cimitero dei Carusi, ormai acquisito al patrimonio del Comune, è indicato come luogo della memoria simbolica collettiva. Può esser certo, l’infaticabile Presidente degli Amici della miniera, che non passerà giorno che non si proverà a mantenerne il ricordo, approfondirne e diffonderne la conoscenza, studiarne progetti di sviluppo, come sempre coinvolgendo le associazioni e i cittadini che vorranno partecipare. Per tale obiettivo sarà imprescindibile l’apporto del Museo Mineralogico che fa parte della Rete Museale e che, grazie alla sinergia con il mondo della scuola, potrà senz’altro farsi catena di trasmissione di conoscenze scientifiche e socio-antropologiche utili a rinsaldare anche in un’ottica di valorizzazione turistica la civiltà mineraria di cui Caltanissetta è stata il cuore”.