Pubblicato il: 28/06/2023 alle 14:27
Il bozzetto della parte frontale del monumento a Giuseppe Gioacchino Belli, in gesso dipinto, di Michele Tripisciano, esposto a Palazzo Moncada, nella “Galleria Civica d’arte – Museo Tripisciano”, dal 20 giugno, e fino all’1 ottobre 2023, è in esposizione alla mostra che si tiene a Roma, a Castel Sant’Angelo, dal titolo “La bilancia e la spada. Storie di giustizia a Castel Sant’Angelo”. Il trasferimento dell’opera di Tripisciano nella capitale è stato curato dall’Ufficio Cultura del Comune di Caltanissetta, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Culturali che, tramite il proprio funzionario, l’architetto Filippo Ciancimino, ha seguito le operazioni di spostamento e collocazione, affinché questi venissero eseguiti in totale sicurezza a garanzia dell’incolumità del prezioso capolavoro artistico.
L’idea della mostra “La bilancia e la spada. Storie di giustizia a Castel Sant’Angelo” nasce dalla volontà di narrare la storia del castello attraverso il passaggio al suo interno, come prigionieri, di tantissime persone nel corso del tempo, che hanno vissuto e sofferto in questi luoghi per aver commesso reati di ogni sorta, ma anche solo per aver esercitato il diritto, allora non riconosciuto, alla libertà di pensiero. La mostra presenta quindi una serie di narrazioni delle vite di personaggi che si sono scontrati con la spaventosa realtà dei tribunali e delle pene a Roma.
La mostra capitolina, organizzata dalla Direzione Musei Statali della città di Roma, è a cura di Mariastella Margozzi, Vincenzo Lemmo e Michele Occhioni. Tra le “…Storie di giustizia a Castel Sant’Angelo” vi è quella del carnefice per eccellenza della Roma papalina, Mastro Titta, che dal 1796 al 1864 fu il “Maestro di Giustizie” dello Stato Pontificio. Narratore d’eccezione delle “imprese” di Mastro Titta è stato il celebre poeta romanesco, scolpito dall’artista nisseno Michele Tripisciano, Giuseppe Gioachino Belli, che compose oltre duemila Sonetti, apprezzati soprattutto per il ritratto che vi viene fatto della Roma dell’epoca, dei suoi abitanti, della corruzione, degli abusi di governo, dell'ozio e della lussuria dei potenti, ma anche del torpore, dell'ignoranza e dell'insipienza del popolo.
Il bozzetto in gesso di Michele Tripisciano rappresenta la parte frontale del monumento a Belli, poi realizzato dallo scultore nisseno nel 1913, in occasione delle celebrazioni per il cinquantenario della morte del poeta romano, e da allora collocato a Roma nella piazza principale di Trastevere.