Una cittadina spagnola residente nella provincia di Salamanca, in Spagna, diceva di non riuscire a dormire per via di presunti rumori causati dalla «feroce» attività sessuale della vicina. Aveva denunciato la cosa in diretta tv nel 2017, durante un servizio della trasmissione 'La Mañana" della Televisión Española (TVE), emittente di stato spagnola.
Sei anni più tardi, sia l'intervistata che la Corporazione radiotelevisiva spagnola (RTVE) – gruppo a cui appartiene TVE – sono state condannate a pagare un risarcimento di 10mila euro a testa alla citata dirimpettaia. Per la Corte Suprema spagnola si è trattato di «un'ingerenza illegittima che offendeva il diritto all'onore, alla privacy e all'mmagine» della querelante.
Nel servizio incriminato si affermava che in quel palazzo abitava una giovane già multata dal consiglio comunale di Salamanca per aver «emesso rumori che superavano i decibel consentiti». Nel servizio la giornalista riferiva che il baccano proveniva dal suo letto, situato nell'appartamento al piano di sopra dell'intervistata: a detta di quest'ultima, i rumori erano «così forti da far cadere gli oggetti posti sullo scaffale». L'intervistata non solo lamentava di non riuscire a dormire, a causa del baccano molesto. Mostrava anche le crepe di casa sua, spiegando che anche il termosifone «vibrava». In più avrebbe addirittura fornito dettagli sulle espressioni udite in quei momenti, aggiungendo di essersi convinta della possibilità che la vicina fosse dedita alla prostituzione.
Il tribunale provinciale di Salamanca ha inizialmente respinto la richiesta di risarcimento (20.000 euro in totale) avanzata dalla diffamata, oppenendo il principio della libertà di espressione. Non è chiaro se il suo nome fosse stato pronunciato esplicitamente nel servizio oppure no. Fatto sta che la prima sentenza è stata impugnata dalla querelante.