Pubblicato il: 27/10/2015 alle 16:01
Si è svolta nell’aula consiliare della ex Provincia Regionale, oggi Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta, l’assemblea del personale dipendente in stato di allarme in quanto appaiono a rischio gli stipendi già a partire dal prossimo mese di novembre. L’allarme, rilanciato dalle segreterie regionali della Funzione pubblica Ugl, Cgil, Uil, Cisl che hanno promosso l’assemblea, riguarda il previsto “prelievo forzoso” da parte dello Stato a carico anche delle ex Province, prelievo che dovrebbe essere operativo appunto già dal prossimo 2 novembre.
Il provvedimento statale, ricordiamo, è contemplato dalla legge 190/2014 (Legge di stabilità 2015) e prevede prelievi su base proporzionale dalle ex Province, chiamate a concorrere al contenimento della spesa pubblica: per quella nissena, relativamente al 2015, la cifra ammonterebbe a 6 milioni e 104 mila euro. Ulteriori e più consistenti prelievi sarebbero poi previsti per il 2016 e 2017, a meno che il Governo nazionale non decida di operare delle riduzioni.
In assemblea la situazione finanziaria dell’ente è stata illustrata dal dirigente del relativo settore Alberto Nicolosi, che ha ricordato come l’ente – da tempo ormai privo dei trasferimenti da Stato e Regione – è riuscito finora ad assicurare gli emolumenti al personale grazie alle entrate di cui dispone (per circa un milione di euro al mese): il prelievo statale verrebbe automaticamente effettuato adesso proprio su tali entrate, il che di fatto annullerebbe la disponibilità di risorse con tutte le conseguenze relative. Dato comunque che la ex Provincia nissena vanta un credito nei confronti dello Stato di circa 45 milioni di euro, che però non potranno essere esigibili se non a partire dal febbraio 2016, in una nota inviata al Ministero dell’Interno è stato chiesto di far slittare il termine di tale prelievo appunto fino a febbraio, in modo da non paralizzare l’ente. Su tale richiesta c’è stata la piena condivisione dei sindacati, che comunque torneranno a riunirsi per concertare forme di mobilitazione e momenti di confronto soprattutto sia con la Regione che con la locale Prefettura.