Pubblicato il: 08/09/2023 alle 09:06
I contenuti della richiesta di archiviazione dell’inchiesta sulla cosiddetta Loggia Ungheria, ma non solo. Ci sarebbero numerosi accessi ritenuti illeciti al sistema informatico dell’ufficio diretto da Raffaele Cantone nelle contestazioni rivolte al funzionario della Procura del capoluogo umbro, Raffaele Guadagno, indagato lo scorso luglio per la fuga di notizie relative al caso della presunta loggia massonica in grado di influenzare le massime istituzioni del Paese. Nello specifico, il fascicolo era stato aperto dopo la pubblicazione di contenuti dell’atto con il quale l’ufficio inquirente motivava la richiesta di non procedere oltre con l’inchiesta, aperta sulla scorta delle dichiarazioni dell’avvocato Pietro Amara.
Nello specifico, in due momenti distinti, erano stati pubblicati dai giornali la parte relativa allo smentito, dalle indagini, coinvolgimento dell’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e la notizia di una nuova inchiesta a carico di Luca Palamara, ex magistrato e già membro del Csm. A distanza di poco più di un anno, la Procura guidata da Raffale Cantone ha reso noto che sono "concluse le indagini".
Nei giorni scorsi l’avviso di conclusione è stato notificato al funzionario. Dalle indagini condotte, riferisce la Procura, sarebbero emersi numerosi accessi ritenuti illeciti in quanto "posti in essere per finalità estranee a quelle svolte da questo ufficio compiuti, anche negli anni passati, al sistema informatico Tiap dell’uffici". Gli accessi non avrebbero riguardato solo gli atti del processo loggia Ungheria, ma anche altri procedimenti penali, tra cui anche casi di "notevole" rilevanza mediatica.
Le verifiche di tipo informatico condotte dal compartimento di polizia postale che ha collaborato con i carabinieri alle indagini, riferisce ancora la Procura, avrebbe evidenziato l’estrazione dal sistema di "un numero particolarmente rilevante" di atti e documenti processuali, anche coperti dal segreto istruttorio. All’ex dipendente vengono contestati I reati di accesso abusivo e due ipotesi di rivelazione di segreto d’ufficio. L’indagato potrà ora chiedere di essere interrogato o depositare memorie, in vista della presumibile richiesta di rinvio a giudizio che la Procura dovrebbe formulare al gip allo scadere dei termini.