Pubblicato il: 12/09/2023 alle 14:37
Si potrà salire eccezionalmente su uno dei due campanili della Cattedrale, voluta dai Moncada e affrescata dal Borremans; e si scenderà nella cripta settecentesca di San Domenico che un tempo ospitava il mausoleo dei potenti signori di Caltanissetta. Un gradito ritorno sarà il cimitero monumentale Angeli, scavato nella roccia, scoprendo la chiesa e il convento, restaurato di recente, che nel cortile conserva uno dei due esemplari rimasti di ghigliottina siciliana. E ritorna dopo quattro anni nel festival Villa Testasecca, ricca dimora dei “signori dello zolfo”. Ed è solo l’inizio, perché Le Vie dei Tesori hanno preparato un programma straordinario per il festival che a Caltanissetta avvia la sua settima edizione .
“Siamo assolutamente felici di collaborare con Le Vie dei Tesori per il festival – commenta il sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino – Saranno tre finesettimana in cui si metteranno in mostra le bellezze della città, continuando ad alimentare i numerosi eventi del Settembre nisseno. E’ un invito a scoprire o riscoprire le innumerevoli bellezze della nostra terra”.
“Ogni anno è una grande emozione presentare il festival delle Vie dei Tesori – dichiara il vicesindaco e assessore al Turismo Grazia Giammusso – una manifestazione costruita in sinergia tra le diverse componenti, privati e pubblico. Un’occasione unica per far conoscere e scoprire i nostri tesori”. Diciannove siti, di cui due nella vicina San Cataldo, tre esperienze da non perdere – c’è anche la visita alla solfara Trabonella seguendo il percorso dei minatori – e una passeggiata d’autore al piccolo borgo rurale di Canicassè Casale, incastonato tra le colline nissene, fondato a fine ‘700 dal barone Lanzirotti: qui il tempo si è fermato al tempo del latifondo e delle miniere.
Un programma intenso che prende il via sabato prossimo (16 settembre) e si srotola, ogni sabato e domenica, fino all’1 ottobre. Tre weekend per la nuova edizione del festival di “riappropriazione della bellezza” che racconta l’intera Isola: dieci città in questa prima tranche (con Caltanissetta, ecco Enna, Bagheria, Termini Imerese e Corleone, Messina, Alcamo, Trapani, Marsala e Mazara del Vallo); dal 7 al 22 ottobre altre cinque (Ragusa, Scicli e Noto; Sciacca e Carini); e Palermo e Catania per tutto il mese di ottobre. Un progetto che si anima della narrazione collettiva, della voglia di riappropriazione dei cittadini, della partecipazione di tanti giovani che si uniscono alla squadra di organizzatori, narratori, giornalisti. Le Vie di Tesori ogni anno generano una ricaduta economica, in termini di indotto turistico, nelle città che attraversano: come certifica l’Otie, Osservatorio turistico delle economie delle Isole, nell’ultimo anno (2022), Le Vie dei Tesori in Sicilia hanno creato un indotto di oltre 6 milioni di euro. “Noi non siamo esteti, un sito non è solo bello, ma deve essere motore della comunità – dicono Laura Anello e Marcello Barbaro, rispettivamente presidente e vicepresidente della Fondazione Le Vie dei Tesori – il festival è un lievito che fa crescere il senso di riappropriazione dei luoghi. E Caltanissetta è stata tra le prime città, fuori dalla storica Palermo, a scommettere sulle Vie dei Tesori”.
Le Vie dei Tesori ha voluto e cercato reti: a Caltanissetta come nelle altre città, con Unicredit come main sponsor (Nicoletta Pellegriti, responsabile Area Retail di Caltanissetta e Enna, sottolinea come “siamo la prima banca a livello regionale, il nostro sostegno al festival è sempre sentito a convinto. Quest’anno con un pizzico di orgoglio, siamo felici di consigliare il Palazzo storico Banco di Sicilia” con le eleganti e delicate vetrate liberty di Pietro Bevilacqua), il festival ha saputo creare sinergie e dialogo con Regione, Atenei, Comuni, Diocesi, gestori privati, istituzioni dello Stato, proprietari di palazzi nobiliari. Un progetto che tutto l’anno lavora per generare valore sociale intorno al patrimonio culturale con una costante attività di valorizzazione e di storytelling, con restauri e manifestazioni. E che, tra settembre e ottobre, vive la lunga stagione del Festival, trasformando le diverse città in ecosistemi culturali integrati dove vengono abbattuti i paletti di titolarità dei luoghi del patrimonio. Quest’anno riaccoglie il progetto satellite Terre dei Tesori: apriranno cantine, vigneti, frantoi, caseifici, vivai, in collaborazione con l’Assessorato regionale all’Agricoltura.
IL PROGRAMMA DI CALTANISSETTA. Il rapporto che lega Le Vie dei Tesori a Caltanissetta festeggia il settimo anno e non c’è ombra di crisi: per questa nuova edizione – costruita sul campo da un folto gruppo di lavoro formato da Luigi Garbato, Michele Mendolia Calella, Irene Bonanno, Aurelia Speziale, Carlo Mastrosimone, Selene Tumminelli, Pascal Resta e Pasquale Carlo Tornatore, in stretta collaborazione con Luigi Bontà e l’associazione Amico Medico per la parte dedicata alla vicina San Cataldo – è stato messo insieme un programma che pesca profondamente nel cuore antico della città, mette in risalto la sua carica devozionale, le tradizioni più radicate; e, nello stesso tempo, propone luoghi finora inaccessibili anche per i cittadini che durante le visite, possono “riconquistarli”. La collaborazione con il Comune e la Diocesi è al centro del progetto: si potrà entrare in numerose chiese, avvicinando le stanze e le regole delle Confraternite, a partire da una narrazione coinvolgente tra Le Vare dei Biangardi che prenderanno virtualmente vita dando voce a personaggi noti e ignoti del passato, conti, suore, preti, frati, minatori e vedove che hanno vissuto nella Caltanissetta del 1800.
Il viaggio del festival partirà proprio dalla cattedrale di Santa Maria La Nova, voluta dai potenti Moncada che tra ‘700 e ‘800 fecero costruire la facciata e i due campanili laterali: si potrà eccezionalmente salire su quello di sinistra. Il quartiere arabo Angeli è straordinario e il festival promette di entrarvi con delicatezza: si visiterà (dopo qualche anno) il cimitero monumentale scavato nella roccia, la chiesetta di Santa Maria Maddalena con il suo curioso portale neogotico E la chiesa di Santa Maria degli Angeli con l’ex convento dei Frati Minori Osservanti, restaurati di recente: nel cortile si scopre una delle due ghigliottine ottocentesche rimaste nell’Isola (l’altra è a Trapani), recuperata dai Lions. Bellissimo esempio del periodo normanno, consacrata nel 1100, poi regia cappella di Casa Sveva, la chiesa entra anche nel nuovo percorso nazionale Italia Romanica: Le Vie dei Tesori, con la Fondazione Isola del Romanico della Sardegna e la Fondazione Lemine di Bergamo, promuove un nuovo progetto di valorizzazione dello stile romanico che in Sicilia si identifica nell’arabo normanno. La sovrintendente ai Beni culturali Daniela Vullo ha sottolineato la collaborazione anche per la ex palestra Bilotta, rigorosa e importante, nata sotto il Fascismo “intitolata a un ufficiale di fanteria nisseno, morto in Etiopia, figlio di un dipendente della miniera” spiega. E’ anche esposta una mostra fotografica di Leonardi. Sempre nel quartiere Angeli, ecco Spazio Pitta, hub creativo e rigenerativo nato da Lorenzo Maria Ciulla, in arte il Pittastori: una delle esperienze del festival è un workshop di tessitura con esperti.
I palazzi nisseni. Sono diversi, tutti sontuosi e con una storia: dalle tre stanze affrescate da Luigi Borremans a Palazzo Calefati di Canalotti del XVIII secolo, sede della Banca di credito cooperativo G. Toniolo e San Michele di San Cataldo; a palazzo Benintende, che un tempo ospitò Garibaldi e oggi è rinato grazie all’impegno dei suoi condomini; a palazzo Lanzirotti, che apre eccezionalmente per il festival e contrappone alla facciata neoclassica, le sue sale straordinariamente affrescate. Infine Palazzo Barile edificato tra il XVIII e il XIX secolo sull’antica casa comunale, detta Casa del Magistrato, di cui resta la Torre, unica superstite delle quattro torrette originali in stile gotico-catalano. Nel cortile le sculture in pietra gialla di Subucina di Mario Buscemi permettono di immergersi in una realtà tanto immaginifica quanto ricca di rimandi alla storia locale e siciliana. Visitabili anche due ville: quella dei Benintente che passò ai Paolilla emigrati in America e poi fu recuperata dai nipoti; e Villa Mazzone trasformata in Gran hotel per gli imprenditori dello zolfo, poi donata alla Curia e trasformata in residenza per anziani. Possiede un giardino rigoglioso e curato. Infine ritorna dopo quattro anni nel festival Villa Testasecca (uno dei luoghi più visitati in passato), ricca dimora dei “signori dello zolfo”.
SAN CATALDO. Anche quest’anno si unisce a Caltanissetta e partecipa al festival, la piccola San Cataldo che apre al pubblico due chiese sontuose: San Francesco d’Assisi (dei Cappuccini) con un altare maggiore che è un vero gioiello in legno con colonnine e capitelli minuziosamente rifiniti, attribuito a frate Giuseppe da Sambuca. La seconda proposta è la chiesa del Patriarca san Giuseppe, dove operò la Confraternita di San Giuseppe, patrono della buona morte: i confrati si occupavano di seppellire i defunti “miserabili”. La bella e ricca cappella absidale serba un segreto noto a pochi: dietro l’altare, ben nascosta, c’è una porticina che conduce al cosiddetto Coro d’Inverno, uno spazio utilizzato dai canonici per la Liturgia delle Ore o Ufficio Divino. Le pareti sembrano una piccola pinacoteca con ritratti settecenteschi e ottocenteschi di preti e arcipreti.
LE ESPERIENZE. Del workshop di tessitura allo Spazio Pitta si è già detto. Il festival però propone anche una visita alla solfara Trabonella, nel bacino minerario della Valle del fiume Imera: il trekking porterà fino alla miniera, passando dai resti dei calcheroni e dei forni Jill. Infine eccoci al misterioso e tenebroso Lago Sfondato che già nel nome è affascinante. La zona era la riserva di caccia dei Moncada, un ecosistema bellissimo ma fragile, che va tutelato, e che ha all’interno un bene confiscato alla mafia.
IL FESTIVAL DELLE VIE DEI TESORI. La prima parte del Festival schiera le prime dieci città che seguono i Borghi dei Tesori che si sono appena conclusi. Da Bagheria che apre la famosa “villa dei mostri”, invita gli innamorati sull’arco sospeso sul mare, ma racconta anche Ignazio Buttitta nella bottega dove scriveva da fanciullo; a Termini Imerese dove si mostrano per la prima volta i depositi del Museo civico, e due chiese di valore inestimabile; un San Gerolamo con l’inedito “forno mistico”, la Biblioteca Liciniana con il chiostro e l’anfiteatro romano; senza contare il Grand Hotel delle Terme, il sito più visitato in Sicilia nella scorsa edizione del Festival. Alla new entry Corleone che condurrà alla scoperta di chiese e conventi dove è palpabile la devozione antica, e ha appena inaugurato una bellissima mostra di simulacri Sei e Settecenteschi della processione del Corpus Domini, dimenticata da mezzo secolo (Bagheria, Termini Imerese e Corleone si possono visitare con un unico coupon, valido anche per Carini e Palermo a ottobre). Eccoci a Enna che mette insieme un palazzo Liberty inedito e un giardino segreto nel cuore della città, prepara le visite ai conventi o il giro delle cripte con il mummiologo; Messina aprirà le porte per la prima volta del Seminario Arcivescovile, e di nuovo quelle della Prefettura, oltre a presentare piccole chiese-gioiello nelle Masse e nei casali vicini alla città. Dall’altro lato dell’isola, si affaccia sul mare Trapani, che scopre un monastero domenicano in una casa privata e si perde tra stucchi barocchi e l’organo più complesso d’Europa; Marsala ritorna nelle cantine e apre imponenti torri vinarie, ma ha preparato anche percorsi e siti archeologici per appassionati; e infine Mazara accoglie un percorso attraverso progetti e atelier di artisti che hanno scelto di vivere in questo lembo di Sicilia. Poi Alcamo che riapre i suoi castelli colmi di leggende, aggiunge un’antica cantina dello Stabilimento Florio, sale sulle cupole, ascolta cantastorie e canti gregoriani.
COME PARTECIPARE
Per partecipare a Le Vie dei Tesori basta acquisire il coupon per l’ingresso con visita guidata sul www.leviedeitesori.it o negli infopoint allestiti durante il Festival in ogni città. Un coupon da 18 euro è valido per 10 visite, da 10 euro per 4 visite e da 3 euro è valido per un singolo ingresso. Per le passeggiate è previsto un coupon da 8 euro. Per le esperienze, i coupon sono di valore variabile. Consigliata la prenotazione on line su www.leviedeitesori.com. A chi prenoterà verrà inviata per mail una pagina con un codice QR con giorno/orario di prenotazione da mostrare all’ingresso dei luoghi sul proprio smartphone o stampata. In alternativa, ci si può presentare all’ingresso dei luoghi mostrando la pagina con il codice QR ricevuta via mail al momento dell’acquisto, ma si entrerà solo se ci sono posti disponibili. I coupon non sono personali e possono essere utilizzati da più visitatori, anche simultaneamente e in posti diversi, fino a esaurimento del loro valore. Nei luoghi disponibili solo ticket da 3 euro.