(Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) Nove condanne chieste per un manipolo d’imputati accusato di avere gestito un grosso traffico di droga. Cocaina, marijuana ma anche hashish, che avrebbero comprato a Catania ed Agrigento per poi piazzarli nel mercato a dettaglio nell’area dell’Agrigentino e del Vallone. Con una impressionante sfilza di episodi di spaccio. Oltre duecentoventi complessivamente. Questo lo scenario tracciato dalla procura nissena nel chiedere nove condanne, qualcuna anche particolarmente severa, nei confronti di altrettanti imputati dell’Agrigentino e del Nisseno che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Tutti coinvolti in un blitz antidroga dei carabinieri scattato nel marzo scorso con quindici ordinanze di custodia cautelare, di cui quattordici in carcere e una ai domiciliari. Altri cinque indagati in libertà.
La richiesta di pena più severa è stata avanzata dalla procura nei confronti di colui che è stato ritenuto ai vertici della presunta organizzazione, il cinquantenne nisseno Antonio Maniscalco, che rischia 16 anni di carcere. Seguono, con 12 anni a testa, il sessantenne di Favara, Luca Calogero Lauricella e il quarantaseienne mussomelese Federico Lo Manto; è di 10 anni ciascuno, invece, la proposta nei confronti del quarantaquattrenne Filippo Fabrizio Aiello, la trentatreenne di Mussomeli, Antonella Alotta e il quarantottenne di Sutera, Calogero Giuseppe Malta; per il trentunenne di Casteltermini, Calogero Grimaldi, sono stati proposti 5 anni di carcere e 32 mila euro di multa; per il quarantasettenne di Casteltermini, Francesco Di Bernardo, sollecitati 4 anni e 8 mesi di reclusione e 22 mila euro di multa e, chiude il quadro, il quarantaduenne di Favara, Antonio Puma con 4 anni di carcere e 48 mila euro
Ai nove (assistiti dagli avvocati Salvatore Baiamonte, Sergio Iacona, Maria Francesca Assennato, Pietro Sorce, Gesua Nugara, Giuseppe Barba, Francesco Marchese, Antonello D’Acquisto e Massimo Scozzari), tutti finiti in carcere al momento del blitz dei carabinieri ribattezzato «Vallone drug», i pm Massimo Trifirò e Maurizio Bonaccorso hanno contestato le ipotesi, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e singoli episodi spaccio.
Secondo lo spaccato tracciato da carabinieri e magistrati, ognuno di loro avrebbe rivestito un proprio ruolo ben definito nella movimentazione e smercio di cocaina, marijuana e hashish. Traffico che, nel periodo a cavallo tra fine 2019 e inizio 2020, è finito nel mirino dei militari. Al drappello d’imputati – le posizioni di altri agrigentini si sono scisse – sono stati ricondotti complessivamente ben oltre duecento episodi di spaccio documentati dai carabinieri attraverso intercettazioni e appostamenti.