Una lettera partita dal carcere Lorusso Cotugno di Torino e diretta all’Arginone. Mittente: Riccardo Vincelli. Destinatario, Manuel Sartori. "Ciao Manu, scusa per tutto quello che ti ho fatto. Spero un giorno tu mi possa perdonare". Nella busta anche una fotografia dei genitori di ’Vincio’, Salvatore e Nunzia di Gianni in un momento di felicità. Prima della mattanza andata in onda quasi sette anni fa, nella gelida notte del 9 gennaio 2017. "Devi uccidermi mamma e papà per mille euro. Tu hai lei palle per farlo…". Riccardo aveva 16 anni, studente di Informatica, di cognome fa Vincelli. Raccontò, nascondendosi dietro a una cortina di bugie, di essere entrato in casa all’ora di pranzo e di aver trovato i cadaveri di mamma Nunzia e papà Salvatore, 45 e 59 anni, con sacchetti in testa. Manuel, cresta all’insù e sigaretta in bocca sulle foto dell’epoca postate su Facebook, invece di anni ne aveva uno in più. Amici per la pelle. "Per Vincio – disse Sartori agli inquirenti – avrei fatto tutto". Perfino ucciderli per soldi: poche decine di euro subito e mille a cose fatte. Lui il braccio armato, Riccardo la mente diabolica.
Sartori, da qualche mese, ha lasciato il carcere minorile del Pratello per l’Arginone, mentre Vincelli resta rinchiuso a Torino. Entrambi condannati a 18 anni con sentenza in giudicato. "Il passaggio dal penitenziario minorile a quello degli adulti – sussurra con dolcezza papà Rudy Sartori – è molto duro, c’è un abisso. Ma mio figlio è un ragazzo calmo, sa muoversi, rispetta gli altri detenuti e sa farsi rispettare". Il 5 novembre compirà 24 anni, uno in più della sua fidanzata che lo aspetta fuori e ogni settimana lo va a trovare. "Sente più lei di noi genitori – riprende Rudy con un sorriso –, è innamorato, le ha chiesto la mano. Vivono uno per l’altra, sono giovani e belli. Io e mia moglie tifiamo per il loro amore".
Dal giorno della mattanza i ragazzi non si sono più sentiti, poi quella missiva che il giovane Vincelli ha spedito all’ex amico. "Una lettera con le scuse per tutto il dolore e il male che aveva provocato a mio figlio, gli chiedeva di perdonarlo, di potersi sentire in qualche modo. Il tutto accompagnato dalla foto dei suoi genitori. Dopo ciò che gli ha fatto fare, gli ha promesso, dopo avergli rovinato la vita?". Manuel quei fogli li buttati, troppo forte il ricordo, enorme il male che in pochi istanti ha cancellato per sempre quel granitico legame. Perché "a mio figlio non importa più nulla di Riccardo". Un ricordo che dovrà essere cancellato, anche se in cuor suo il ragazzo sa benissimo che mai ci riuscirà. "Pensa a noi – chiude papà Rudy –, alla nostra famiglia, alla sua ragazza e al suo futuro per quando ritornerà libero". Per ricominciare una vita tutta nuova.