“Le infezioni ospedaliere da germi multi-resistenti” è questo il titolo del convegno organizzato all’Hotel San Michele dal direttore dell’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, Giovanni Mazzola. Insieme a lui si sono confrontati esperti provenienti da diverse branche della medicina per analizzare il problema dell’antibiotico resistenza e la relativa mortalità. All’incontro, moderato dai primari di Anestesia e Rianimazione degli ospedali di Caltanissetta e Gela, Giancarlo Foresta e Salvatore Damante, sono intervenuti Maria Andriolo, direttore dell'Uoc di Patologia Clinica, Pamela Murgano, dirigente medico dell'Ematologia del Sant’Elia, Giuseppe Manta, responsabile dell’Unità Operativa semplice di Terapia Intensiva del Sant’Elia, Fabrizio Pulvirenti, direttore delle Malattie Infettive dell’ospedale di Gela, e infine Ezio Massimo De Rose, Luigi Guarneri e Mauro Sapienza, direttori rispettivamente dei reparti di Anestesia e Rianimazione, Malattie Infettive e Medicina Interna dell’ospedale Umberto I di Enna.
Dottore Mazzola perché è così importante parlare di antibiotico-resistenza?
Perché oggi le infezioni sensibili agli antibiotici sono sempre meno e questo determina un aumento della mortalità nella popolazione generale. Soprattutto in Italia si è visto che su più di 250 mila di casi di infezioni multi-resistenti ci sono 10mila morti ogni anno. Quindi diciamo è una delle cause maggiori di mortalità nel nostro Paese.
L’Italia, come è emerso dalla sua relazione, ha questo triste primato in Europa, perché?
Perché c’è stato un utilizzo inappropriato degli antibiotici per tanto tempo. Gli antibiotici sono stati usati senza un razionale, cioè senza un sequenziamento che possa preservare quegli antibiotici che poi servono per salvare le vite in ospedale. Un utilizzo quindi troppo generico e diffuso e molto spesso inutile. Spesso ci troviamo di fronte a pazienti che prendono antibiotici, senza alcuna necessità di farlo, come ad esempio tutti quelli che hanno infezioni di tipo virale che vengono trattati con antibiotico terapia in maniera inappropriata.
Quindi per esempio chi ha un mal di gola non è detto che debba fare necessariamente l’antibiotico?
Assolutamente. Per esempio nel covid non era necessaria nessuna terapia antibiotica invece è stata utilizzata l’azitromicina in maniera impropria per tantissimi pazienti, determinando inevitabilmente la resistenza a questo farmaco. E poi ancora le forme influenzali o virali soprattutto nei bambini non devono essere assolutamente trattate con antibiotici perché l’unico risultato che si può avere è quello di ottenere una antibiotico-resistenza per infezioni future che possono in questo senso rivelarsi anche mortali.
All’ospedale Sant’Elia come si sta operando in questo senso?
L’Asp ha già deliberato i protocolli di terapia empirica per l’utilizzo appropriato degli antibiotici. Inoltre è stato costituito il Cio, Comitato per l’Infezione Ospedaliera e anche il team dell’antimicrobial stewardship che, sostanzialmente, mirano a mettere in atto dei protocolli che possano essere utilizzati da tutti i reparti per quanto riguarda la sequenza degli antibiotici da utilizzare nei pazienti in maniera appropriata.