Pubblicato il: 02/11/2023 alle 09:09
Ha deciso di parlare a volto scoperto Asia, la ragazza di 19 anni vittima della violenza di gruppo a Palermo, intervistata da Nunzia De Girolamo ad Avanti Popolo, su Rai 3. Durante l'intervista esclusiva andata in onda ieri sera, martedì 31 ottobre, la giovane ha parlato di quella terribile notte che ha stravolto la sua vita e ha detto di essersi sentita tradita da uno dei giovani che, insieme ad altri sei, si trova in carcere con l'accusa di violenza sessuale. «Io mi fidavo di Angelo, si dimostrava dolce con me, non lo potevo pensare minimamente. Gli avevo raccontato tutta la mia vita, di mia madre malata di sclerosi multipla che se ne è andata quando avevo quattordici anni, di mio padre violento, del ragazzo che mi aveva abbandonata e di un altro che mi alzava le mani. Lui mi diceva che non mi avrebbe mai abbandonata né mi avrebbe mai fatto del male, che mi avrebbe trattata da principessa», ha detto la giovane.
Poi si è soffermata sulle difficoltà ad affrontare il momento attuale: «La notte non dormo. Vivo di alti e bassi. Quando sono più fragile i commenti negativi sui social mi colpiscono in pieno. Soprattutto la sera ho dei momenti in cui i pensieri arrivano di più, ti risalgono in mente, più che altro piango. Ho pensato anche a gesti estremi, soprattutto nella seconda comunità dove sono stata mandata dopo questo fatto, ho provato a farla finita. Quando mi sento più forte, penso semplicemente che siano ignoranti e che non riescono a capire la mia vita perché non hanno indossato le mie scarpe e quindi non possono cogliere realmente chi sono. Rileggendoli oggi mi fanno rabbia, come se dessero il consenso ai maschi di fare certe cose solo perché vedono qualcosa di provocatorio, dando adito ad istinti così. Ma dai social ho ricevuto anche tantissimo sostegno da molte persone, che mi hanno fatta sentire più forte, per questo li uso ancora”».
La giovane ha poi spiegato perché ha deciso di mostrare il suo volto in tv. Era già stata intervistata, ma di spalle. «Sono qui perché in quello in cui uno crede ci si mette la faccia. E io credo in ciò che sono, perché non ho la minima colpa, non ho sbagliato. È giusto così. Alle persone che mi criticano dico che mi fanno schifo, perché un uomo che ha cento donne viene apprezzato, mentre le ragazze se hanno cento uomini devono stare per forza con il centunesimo anche se non vogliono, e comunque vengono sempre giudicate delle poco di buono. Non sono libere di avere la propria intimità».
Asia ricorda poi in particolare alcuni aspetti di quella notte in cui è stata condotta dal branco sul luogo della violenza: «Quando ci siamo diretti verso il Foro Italico, mi sentivo le gambe mollissime, cercavo di fare segnali per cercare di far capire, di farmi aiutare. C’era un sacco di gente che mi vedeva ma nessuno si è chiesto perché mi stessero toccando, tenendo, perché fossero così tanti dietro di me. Nessuno si è fermato. Mi ricordo la torcia puntata di Angelo che mi filmava con il cellulare, i dolori, i calci. Chiedevo ai ragazzi di smetterla e lui rideva». La diciannovenne ha anche parlato di ciò che si aspetta dal futuro e dei suoi sogni, che non si spengono nonostante la sofferenza. «Vorrei un lavoro per essere autonoma, mi piacerebbe iscrivermi all’università e studiare psicologia per capire questi casi. Quello che mi manca di più? Avere qualcuno che mi abbracci quando piango. Per adesso, purtroppo, mi succede spesso».