Pubblicato il: 06/11/2023 alle 13:24
(Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) Due sospetti trafficanti di droga lasciano il carcere. Erano stati arrestati poco più di un paio di settimane fa per un traffico di droga nell’aerea del Riesino, fulcro degli affari sporchi. Per il quarantottenne Massimo Franco Maurici – assistito dall’avvocato Giacomo Vitello – il tribunale del riesame ha annullato l’ordinanza nella parte che lo avrebbe visto come componente di una rete organizzata che avrebbe intascato un mucchio di soldi facili smerciando cocaina, hashish e marijuana. Per quanto riguarda l’ipotesi di spaccio sono stati concessi all’indagato gli arresti domiciliari.
Stessa misura, ha lasciato la cella per essere adesso recluso in casa, il ventinovenne Salvatore Cammarata – assistito dagli avvocati Raffaele e Riccardo Palermo – cognato di uno dei presunti capi della sospetta organizzazione smantellata dai carabinieri che il 18 ottobre scorso, sotto il coordinamento della direzione distrettuale antimafia, hanno eseguito dieci arresti – di cui otto in carcere e due ai domiciliari con il braccialetto elettronico – mentre altri due indagati da allora sono ancora ricercati. I dieci sono accusati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di droga, spaccio, tentata estorsione, estorsione e detenzione illegale di un’arma.
Sia Maurici che Cammarata al momento dell’interrogatorio di garanzia, al cospetto del gip, hanno fatto scena muta avvalendosi della facoltà di non rispondere. Secondo militari e magistrati, Maurici, che sarebbe stato fornitore di marijuana, il 24 novembre di due anni fa, avrebbe ceduto un chilo e quattrocento grammi di marijuana ad altri tre presunti componenti del gruppo organizzato. E poi a lui sarebbero state ricondotte altre movimentazioni di droga con presunti complici a partire dall’ottobre di due anni fa. Compreso lo stesso Cammarata che, invece, avrebbe custodito la cassa dell’organizzazione. E adesso il tribunale del riesame, accogliendo i ricorsi delle difese, ha concesso loro di lasciare la cella per andare ai domiciliari.