(foto di repertorio) Avrebbe subito minacce dai familiari della giovane di 23 anni che ieri è morta in ospedale il sindaco di Mazzarino Vincenzo Marino, medico cardiologo che ieri pomeriggio stava svolgendo servizio al pronto soccorso. Marino era l’unico medico di guardia e quando è stato chiamato per aiutare la giovane mamma che si trovava a casa, in preda a una crisi respiratoria, ha riferito che non poteva allontanarsi perché sarebbe incorso nel reato di interruzione di pubblico servizio. Ma nonostante le ragioni esposte dal medico gli animi si sarebbero surriscaldati. Marino, che ha presentato una denuncia ai carabinieri per violenza e minaccia a pubblico ufficiale, temendo per la propria incolumità, ha trascorso la notte in ospedale. “Ieri stavo svolgendo servizio nella fascia oraria che va dalle 14 alle 20 – spiega il sindaco – ed ero l’unico medico in servizio al pronto soccorso di Mazzarino. Alle 18.45 è venuto il papà della ragazza con un altro signore chiedendomi di assistere la figlia che stava male e che non respirava bene. Ho spiegato che non potevo abbandonare il posto di lavoro perché sarebbe stata interruzione di pubblico di sevizio. Ho detto dunque di farla venire in ospedale per assisterla visto che a casa della ragazza c’erano già gli operatori del 118 che la stava rianimando. Passato un quarto d’ora sono venuti altri due familiari della signora deceduta dicendomi che dovevo andare a casa loro. Tra l’altro nel frattempo, in casa della signora, oltre al personale del 118 era già arrivato anche il medico della guardia medica. Ho spiegato nuovamente qual era il problema e perché non potevo allontanarmi e loro mi hanno minacciato di morte dicendo che se la ragazza fosse morta avrei pagato le conseguenze anche io con la morte. Dopodiché anche altri familiari hanno infierito solo ed esclusivamente contro di me minacciandomi di morte. Faccio presente che la paziente è giunta in pronto soccorso già morta. Abbiamo provato a rianimarla, ma senza speranze e solo per l’insistenza dei parenti, conscio del fatto che non si poteva fare più nulla. Anche perché le manovre di rianimazione sulla paziente erano iniziale alle 18.35 e da noi è arrivata soltanto alle 19.15 in assenza totale di parametri vitali. Sono stato minacciato nonostante io sia l’unico che non ha colpe. A me principalmente dispiace per la ragazza. Sono un genitore anche io e mi associo al loro dolore ma sento di dire apertamente di non avere alcuna responsabilità. Stanotte sono rimasto a dormire in ospedale anche perché temo per la mia incolumità”. Intanto l’Asp di Caltanissetta ha aperto un’indagine interna, come atto dovuto, per verificare eventuali responsabilità. Dalla direzione strategica è stato espresso il cordoglio per la morte della ragazza e vicinanza ai familiari.