Pubblicato il: 09/01/2024 alle 18:37
“Sulla collaborazione di Vincenzo Scarantino c’erano mafiosi che ridevano, perché accusava uomini d’onore che non c’entravano niente con la strage di via D’Amelio”. Lo ha detto il collaboratore di giustizia Francesco Onorato, in videocollegamento da un sito riservato, durante l’udienza del processo d'appello sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio. Nel dibattimento, che si celebra a Caltanissetta, sono imputati tre poliziotti Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, accusati di aver imbeccato il falso pentito Vincenzo Scarantino per costruire una falsa verità sull'eccidio.
I tre imputati facevano parte del gruppo investigativo Falcone-Borsellino con a capo Arnaldo La Barbera. “Si parlava del fatto – ha aggiunto Onorato rispondendo alle domande del pm Maurizio Bonaccorso – che Arnaldo La Barbera stava inquinando le indagini su persone che con la strage non avevano nulla a che fare. Io non sapevo chi materialmente aveva preso parte all'attentato di via D’Amelio ma conoscevo Scarantino che era uno spacciatore di strada che non c’entrava niente con queste cose. Così come il fratello di Scotto che non poteva entrarci nulla con questa cosa. Anche perché parlando con Pino Galatolo mi diceva che stavano deviando le indagini”.