Pubblicato il: 12/01/2024 alle 08:38
Giovedì 11 gennaio, nell’Aula Magna Vitaliano Brancati dell’IISS “Manzoni – Juvara” sede di Caltanissetta, nell’ambito del progetto “Incontro con l’autore” del Dipartimento di Lettere, gli studenti delle classi quinte della sede Manzoni hanno incontrato lo scrittore Attilio Bolzoni, uno dei più noti giornalisti di inchiesta italiani, che, dopo avere collaborato con il quotidiano “L’Ora”, ha lavorato per “la Repubblica” e, attualmente, scrive per il “Domani”. L’incontro è stato organizzato dalla coordinatrice del dipartimento, professoressa Francesca Buscemi, e dalla docente responsabile della biblioteca di Istituto, professoressa Angela Sanfilippo, con il contributo delle docenti di Italiano delle classi quinte, professoresse Filomena Maria Natale e Viviana Santoro.
Dopo i saluti della Dirigente Scolastica, professoressa Agata Rita Galfano, e la presentazione della professoressa Buscemi, lo scrittore ha risposto alle domande degli studenti, rivoltegli con riferimento ai nuclei tematici del suo ultimo libro Controvento, racconti di frontiera, una raccolta di circa 80 articoli, scritti a partire dagli anni Ottanta fino ad oggi.
Il giornalista ha iniziato, in risposta alla prima domanda, spiegando il significato della foto di copertina del libro: una fotografia di Tony Gentile che rappresenta un cane solitario, sperduto nelle campagne di Gibellina, in una strada che sembra uscire dal Cretto di Burri. L’immagine richiama il titolo di una trasmissione del giornalista messicano Diego Enrique Osorno “Los perros romànticos”, cioè “I cani romantici”, che è una definizione dei giornalisti: non devono mai mollare la presa, proprio come i cani, ma denti e mascelle non bastano, perché ci vuole anche il cuore.
Bolzoni si è, quindi, soffermato sul valore della memoria, che, purtroppo, rischia di essere trasformata in retorica e semplice rito celebrativo. Successivamente ha indicato quali sono le differenze tra la mafia del periodo delle stragi e quella degli ultimi anni, sottolineando che la lotta alla mafia non è soltanto un fatto di legislazione (e in Italia abbiamo leggi efficaci), ma soprattutto un fatto culturale, e in questo la scuola gioca un ruolo importantissimo: ha citato Bufalino “la mafia sarà vinta da un esercito di maestri”. Sempre rispondendo alle sollecitazioni degli studenti, ha parlato del ruolo dei mezzi di informazione di massa, affermando che, nonostante la crisi che stanno attraversando giornali e libri, testimoniata dal calo delle vendite, questi strumenti non scompariranno, ma si accompagnano ad altre forme di comunicazione delle notizie. Ha accennato, anche, ai nuovi orizzonti aperti dall’intelligenza artificiale.
Un’altra serie di domande lo ha portato a parlare del ruolo del giornalista e della sua personale esperienza, con riferimento anche ai giorni trascorsi in carcere, a cosa lo abbia spinto ad iniziare questa professione, ai grandi giornalisti che hanno rappresentato per lui un modello, tra i quali ha ricordato Bocca, Scalfari, Pansa. A proposito di modelli, ha riferito che suoi scrittori di riferimento sono stati Sciascia, Pasolini e Consolo. In particolare si è soffermato sul primo, ricordando che il vecchio Istituto Magistrale di Caltanissetta, antenato dell’attuale Liceo Manzoni, era stata la scuola frequentata da Leonardo Sciascia (nell’archivio dell’Istituto sono conservati i registri con le valutazioni trimestrali dello scrittore).
Bolzoni ha anche rivolto delle domande ai ragazzi, che sono intervenuti, rispondendo con consapevolezza. L’incontro ha rappresentato un momento significativo di riflessione e di formazione, che tutti gli studenti hanno seguito con grande interesse, affascinati dall’eloquio efficace e coinvolgente del giornalista.
Francesca Buscemi