Pubblicato il: 19/01/2024 alle 09:57
(di Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) In carcere erano e lì rimangono. Le porte rimangono serrate per una ventina o poco meno, diciotto in particolare, tra i coinvolti nel maxi blitz dei carabinieri contro la mafia di Niscemi, «Mondo opposto», che ha trascinato nell’occhio del ciclone anche ex amministratori e appartenenti alle forze dell’ordine. È stato il «Riesame» a rigettare la pioggia di ricorsi, accogliendone solo tre su ventidue. Tra coloro che restano in cella, l’ex sindaco di Niscemi, il medico sessantanovenne Paolo Rizzo, ritenuto il mandante di un attentato incendiario messo a segno in un’abitazione di campagna il 10 maggio del 2022.
Rigettate anche le istanze del cinquantacinquenne poliziotto in pensione, Salvatore Giugno indagato per concorso esterno in associazione mafiosa , Giovanni Ferranti, 40 anni, Andrea Abaco, 27 anni, Francesco Amato, 53 anni, Luigi Cannizzaro, di 59 , Vincenzo Cannizzaro, 35 anni, Francesco Cantaro, 47 anni, Francesco Cona, 26 anni, Davide Cusa, 30 anni, Renè Salvatore Di Stefano, 33 anni, Alessandro Fausciana, 45 anni, Gaetano Fausciana, di 54, Giuseppe Manduca, 57 anni, Francesco Piazza, 59 anni, Antonio Pittalà, 32 anni, Salvatore Signorino Pittalà, 61 anni e Carlo Zanti di 69 anni. E pure loro restano in carcere
Confermati gli arresti domiciliari per la trentanovenne Mariantonietta Arabella Caruso, compagna del capomandamento gelese di Cosa nostra, il trentasettenne niscemese Alberto Musto, pure lui al centro della maxi operazione dei carabinieri sotto il coordinamento della direzione distrettuale antimafia.
Accolti tre ricorsi. I primi due sono quelli presentati dal ventiquattrenne Salvatore Fausciana e dal sessantaquattrenne Gianni Ferranti ed entrambi hanno lasciato la cella per andare agli arresti domiciliari.
La terza misura cautelare è stata annullata nei confronti dell’appuntato dei carabinieri Giuseppe Carbone, in servizio alla stazione di Gela, accusato di favoreggiamento aggravato, che non è più sottoposto a divieto di dimora a Caltanissetta, Enna, Agrigento e Catania ma resta in vigore a suo carico la sospensione dal servizio per un anno.
Queste le ordinanze, le cui motivazioni saranno depositate entro quarantacinque giorni, emesse dal tribunale del riesame presieduto da Andrea Salvatore Catalano (giudici a latere Antonia Leone e Salvina Finazzo).
I coinvolti nell’inchiesta sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, favoreggiamento personale, violenza privata, minaccia e minaccia a pubblico ufficiale, illecita concorrenza con minaccia e violenza, incendio, porto e detenzione di armi e munizionamento, ricettazione e violazione degli obblighi legati alla sorveglianza speciale.