Pubblicato il: 09/02/2024 alle 09:38
(Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) Botte, minacce, morsi e insulti ai genitori. E alla fine, dopo l’iniziale allontanamento da casa, è stato arrestato. Sì, perché se ne sarebbe infischiato dell’ordinanza con cui gli era stato imposto il divieto di avvicinamento alla casa familiare. E alla fine, per lui, il ventiquattrenne riesino A.S. (assistito dagli avvocati Carmelo Terranova e Giada Faraci) è scattato l’arresto per maltrattamenti in famiglia e lesioni ai danni del padre. Provvedimento che è stato pure convalidato dal gip Grazia Luparello che ha sostituito la misura dell’allontanamento con la custodia cautelare in carcere.
Da un paio di anni, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe maltrattato i genitori, peraltro apostrofandoli e offendendoli pure assai pesantemente. Sarebbe pure arrivato a malmenare il padre, gettandolo a terra e poi prendendolo per il collo. E poi minacce del tipo «ti rompo la testa» o «ti brucio la macchina» e altro ancora di questo tenore.
Nel dicembre scorso, era il 10 di quel mese, durante una delle tante liti, prendendo per il collo il padre e colpendolo al petto, gli avrebbe morso un orecchio provocandogli ferite che poi, i medici, hanno giudicato guaribili in cinque giorni. Un clima infernale, quello che il figlio avrebbe creato in casa. Fino a quando, in prima battuta, gli è stato imposto di non avvicinarsi ai genitori, né alla loro abitazione. Ma due giorni dopo i carabinieri lo hanno ritrovato di nuovo nella casa paterna. Da qui l’arresto e il carcere.