Pubblicato il: 19/02/2024 alle 18:36
Nel 2009 il film horror Orphan suscitò un certo scandalo per la sua storia, con protagonista Isabelle Fuhrman nei panni di Esther, una bambina di 9 anni recentemente adottata che, nel corso della vicenda, si scoprirà essere una donna adulta affetta da un disturbo della crescita. Ora arriva su Netflix Orphan: First Kill, il capitolo prequel del film originale.
L’attrice protagonista torna sullo schermo nel nuovo film, diretto da William Brent Bell, che ripercorre i primi omicidi della protagonista e l’arrivo nella famiglia adottiva del primo film. Tuttavia, la vicenda di Orphan: First Kill si può considerare una storia vera: il film è infatti ispirato a un inquietante fatto di cronaca avvenuto in Repubblica Ceca nel 2007. Ecco la storia vera di Orphan: First Kill.
Orphan: First Kill, la trama del film
Di cosa parla, innanzitutto, Orphan: First Kill? La protagonista, Leena Klammer, organizza una fuga astuta da un istituto psichiatrico in Estonia, raggiungendo gli Stati Uniti per impersonare la figlia scomparsa di una famiglia agiata. La trasformazione in “Esther” scatena una serie di eventi inquietanti, con la giovane alle prese con una madre decisa a proteggere la sua famiglia a ogni costo.
La trama si snoda tra realtà e finzione, con Esther che tesse abilmente un intricato gioco di inganni. La madre, consapevole del pericolo, intraprende una lotta psicologica per svelare la verità dietro la falsa identità di Esther. La storia, ispirata a una storia vera, esplora il confine tra realtà e manipolazione, portando tensione e suspense mentre emergono oscure verità nascoste dietro la maschera di Esther.
Orphan: First Kill, la storia vera del film
Come abbiamo detto, la storia di Esther in Orphan: First Kill è ispirata a una storia vera, avvenuta nel 2007 in Repubblica Ceca e diventata celebre per la cronaca del Paese come il “Caso di Mlada Boleslav”. La protagonista di questo caso di cronaca vera è Barbora Skrlova, nata nel 1976 in Slovacchia. All’epoca dei fatti Barbora ha 32 anni, ma ne dimostra al massimo 12 o 13: è infatti affetta da ipopituitarismo, un raro disturbo che ostacola la sua crescita fisica.
La sua condizione contribuisce a dipingere un’immagine di falsa innocenza, poiché la sua apparenza infantile ben si presta a nascondere in realtà una vita piena di inganni e atti criminali. Barbora Skrlova capisce ben presto che la malattia può diventare sua alleata per fingersi bambina e manipolare chi la circonda. A seguito delle indagini emerge come il suo vero nome sia Barbora Vitek, infiltratasi nella famiglia Skrlova sotto falsa identità. L’indagine ha svelato che la famiglia Skrlova era coinvolta in oscuri abusi su minori, con sospetti di pedofilia, pornografia infantile e altre attività illecite. Barbora è stata ritenuta responsabile dei maltrattamenti inflitti alla sorellastra Anicka Vitek e ad altri minori coinvolti nel caso.
Questa storia vera ha scatenato un’indignazione pubblica diffusa, alimentando la discussione sulla necessità di rafforzare le leggi contro gli abusi su minori nella Repubblica Ceca. Nel frattempo Barbora Skrlova è stata condannata per i reati commessi.
Orphan: First Kill, le differenze tra storia vera e film
Essendo un film horror, Orphan: First Kill è liberamente ispirato alla storia vera di Barbora Skrlova e non ne ripercorre fedelmente la cronaca. In particolare, dalla sua storia gli autori hanno preso in prestito l’inganno della falsa identità e, ovviamente, la malattia genetica dietro cui si nascono i comportamenti criminali della protagonista.
Nel film, il personaggio di Esther compie omicidi, a differenza della vera Barbora, e tenta di sedurre il padre adottivo, dettagli mai accaduti nella storia vera. L’ispirazione dalla storia vera degli autori si è limitata agli stratagemmi utilizzati dalla donna per infiltrarsi nella famiglia Skrlova, dando vita a sviluppi completamente diversi dal “Caso di Mlada Boleslav”.(Fonte deejay.it)