Pubblicato il: 20/02/2024 alle 12:03
Si è conclusa positivamente la visita del garante regionale dei diritti delle persone private della libertà, Santi Consolo, al Centro permanente per i rimpatri di Caltanissetta. In una lunga nota il garante ha descritto le condizioni di vita degli stranieri trattenuti all’interno del centro e le caratteristiche della struttura che li ospita. “Il CPR di Caltanissetta – dice Santi Consolo – è distinto in tre padiglioni. La ricettività antecedente l’ultimo danneggiamento era di 92 persone; allo stato è di 68, con presenza effettiva di 50 trattenuti. In esito a ispezione nei tre padiglioni, l’Ufficio dà atto che gli stessi sono allo stato tutti agibili e che l’unico mancato ripristino è relativo alle aperture di ingresso (sarebbero state scardinate), sostituite da tendaggi pesanti. Nessuna delle persone trattenute si è lamentata della carenza di acqua e dell’impossibilità di farsi la doccia. Le persone trattenute fruiscono di tre sale con attiguo servizio igienico per i colloqui che espletano con gli avvocati. Tali ambienti, in esito alla visita, si presentano decorosi e adeguatamente arredati”. Il garante fa presente che vi sono anche “gli elenchi degli avvocati affissi alla parete, per una libera facoltà di scelta del legale. Nel centro è anche presente un altro vano predisposto per le udienze a distanza”. Il garante ha sottolineato anche l’efficienza dell’assistenza sanitaria, con la presenza di un medico e di un infermiere all’interno dell’ambulatorio. “Si è constatato – si legge nella nota – che erano stati espletati, esami, prelievi a fini diagnostici e prescrizioni di cura, fornendo i relativi medicinali. Si notava una particolare conoscenza personale della dottoressa di ciascun detenuto, anche per il modo confidenziale con il quale cordialmente interloquivano”. Il garante ha sottolineato inoltre che durante la sua visita non vi sono state manifestazioni di protesta con grida e urla, come a volte avviene in altri centri”. Infine si è concordato “che le criticità dovute alle manifestazioni di protesta e danneggiamento potrebbero essere particolarmente attenuate se i trattenuti, anziché trascorrere inattivi le giornate, venissero impegnati in attività di apprendimento e istruzione; anche perché in relazione alla recente normativa, il trattenimento si potrebbe protrarre fino a 18 mesi”. Nel corso della visita erano presenti il vicario del prefetto Ferdinando Trombadore, il capo dell’Ufficio Immigrazione Fabio La Cagnina, il Direttore dell’Ente gestore del centro, Carmelo La Paglia, la responsabile sanitaria, dottoressa Anna Santamaria, l’informatrice giuridica delle persone trattenute Elena Muscaglione, la psicologa presente nel centro, Pierangela Pace e l’assistente sociale Floriana D’Antoni.