Pubblicato il: 05/10/2013 alle 18:30
I regali difficilmente sorprendono: un bracciale alla moda, un profumo francese, una borsa firmata, l’ultima novità editoriale. Eppure il giorno del mio compleanno qualcuno è riuscito a stupirmi, al posto del solito libro di saggistica mi sono trovata tra le mani un elegante cofanetto edito da Mondadori contenente tre libri: Cinquanta sfumature di Grigio, Nero, Rosso. Si tratta del successo editoriale dell'inglese E.L. James, fino a ieri anonima quarantottenne madre di due figli. Oggi soprannominata “mummy porn”, porno mammina. Con estrema curiosità mi accosto alla lettura del best-sellers porno-soft che narra con dettagliate scene sessuali esplicite, le vicissitudini di Anastasia Steele, studentessa americana ventunenne e vergine che perde la testa per il fascinoso miliardario di Seattle Christian Grey, perverso ed erudito in ogni pratica sessuale di dominanza ma con un passato tormentato. Anastasia rimarrà abbagliata dal fascino e dal carisma di Mr. Grey che le offre un sogno principesco: regali da capogiro (computer ultimo modello, blackberry, macchina nuova e altro), lusso sfrenato come viaggi in elicottero e in deltaplano, cene sontuose, appartamenti da mille e una notte…
Anastasia priva di esperienze sessuali, viene introdotta con successo nel limbo del piacere: infatti Mr. Grey pratica sesso sadomaso e nella sua casa ha una stanza opportunamente attrezzata con cinghie, catene, fruste. La protagonista scopra come ogni relazione di Mr. Grey venga regolata dalla sottoscrizione di un contratto che norma i comportamenti, le attività e i ruoli della relazione che non sono quasi mai intercambiabili (c’è il Master o la Mistress cioè la padrona e poi lo/la schiavo/a). Il romanzo di per sé sembra narrare la storia di Cenerentola in chiave erotica: una povera ragazza che conosce un principe azzurro bellissimo, ricchissimo e innamoratissimo. Di sadomaso nel libro c’è poco e niente, anzi pratica del sadomaso e del bondage sono trattati con superficialità e narrati nello specifico solo sporadicamente.
Allora mi chiedo: possibile che un semplice libro possa creare tutto questo scalpore?
A mio avviso ci siamo permessi di entrare con superficialità in un mondo che non conosciamo e che pensiamo di aver scoperto grazie all’ultima operazione di marketing editoriale anche se non si tratta di un caso isolato ma esistono numerosi libri che già da tempo hanno introdotto questo argomento così complesso come il libro “Oggi sono tua” di Mary Gaitskill che narra le vicende di una segretaria sottomessa dal suo avvocato. Ancor prima l’aristocratico francese autore di diversi libri erotici e di alcuni saggi filosofici Donatien Alphonse François de Sade, meglio conosciuto come Marchese de Sade (1740 – 1814), da cui prende il nome la pratica Sado-maso, proponeva nelle sue opere la figura del sadico come individuo capace di compiere ogni sorta di azione volta al male per il perseguimento del proprio piacere personale. Purtroppo mi accorgo, soprattutto dopo questo successo editoriale, come la parola Sadomaso sia divenuta una pratica svenduta con semplicità sui vari prodotti mass mediali (televisione, riviste, siti on-line), dove sempre più insistentemente viene lanciato erroneamente il messaggio che tutti possiamo sperimentare il Sadomaso. Eppure dietro questa pratica c’è ben più di un paio di manette, di qualche sculacciata, di un completino in latex o di un gatto a nove code: da professionista mi spaventa la facilità con cui si ricorre a questo termine rischiando di creare confusione o pericolose “mode del momento”.
Il Manuale APA Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM IV) inserisce tale pratica all’interno delle Parafilie le cui caratteristiche essenziali sono fantasie, impulsi sessuali o comportamenti ricorrenti e sessualmente intensamente eccitanti che in genere riguardano la sofferenza o l’umiliazione del partner: per la maggior parte dei soggetti tali aspetti di dolore sono fondamentali per il raggiungimento dell’eccitazione e sono sempre inclusi nell’attività sessuale. Pertanto occorre fare una distinzione tra un’attività a carattere ludico quale l’uso sporadico in una coppia di manette, di legatura (bondage), di sculacciate e frustini con l’uso ossessivo, maniacale, metodico e costante di queste pratiche: in sintesi chi soffre di Masochismo o Sadismo sessuale non riesce a raggiungere il piacere con un rapporto sessuale ordinario.
Ti prego umiliami, il masochismo sessuale
Secondo i criteri diagnostici del DSMIV per il Masochismo Sessuale le fantasie, gli impulsi sessuali e i comportamenti sono ricorrenti e comportano l’atto reale o solo simulato di essere umiliato, picchiato, legato. Tra le fantasie la più comune è quella dell’essere violentati sessualmente senza possibilità di fuga mentre si è trattenuti da altri o legati. Tra gli atti masochistici che possono essere ricercati con un partner si annoverano: imprigionamento (costrizione fisica), l’essere bendati (costrizione sensoriale), sculacciamento, fustigazione, ferite da taglio, scosse elettriche, umiliazioni di vario tipo (per esempio essere costretti a camminare carponi e abbaiare come un cane, sottoporsi a maltrattamenti verbali e denigrazioni, obbligo di indossare abbigliamento del sesso opposto, farsi urinare addosso). Inoltre attualmente si è osservato un aumento delle morti dovute ad una pratica sessuale masochistica definita ipossifilia: questa implica l’eccitazione sessuale da deprivazione di ossigeno ottenuta mediante uso di legature, cappio, sacchetto di plastica o di sostanze chimiche come il nitrito volatile. Tali fantasie sessuali masochistiche sembrano presenti già in età adolescenziale mentre le pratiche vengono sperimentate in età adulta. Da studi si osserva che tali attività aumentino di frequenza e pericolosità nei periodi di stress comportano pericoli di lesioni, compromissione dell’area sociale e lavorativa, non di rado la morte. Per il masochista è l’umiliazione , non il dolore delle percosse, a procurare lo stimolo necessario per lo sfogo dell’eccitazione sessuale: poiché la degradazione è una forma di riconoscimento da parte dell’altro. L’aspetto patologico risiede nell’incapacità di esprimere l’impulso sessuale fuorché in condizioni di umiliazione, degradazione e dolore, condizioni in cui l’individuo perde il rispetto di se stesso. Esso è quindi legato a forti sentimenti d’inferiorità le cui radici vanno ricercate in relazioni genitoriali disfunzionali che hanno ostacolato il corretto sviluppo dell’autostima. La ricerca inconscia della sofferenze e dell’umiliazione costituisce la ripetizione (per Freud detta coazione a ripetere), delle vicende traumatiche infantili: chi ha subito traumi, come ad esempio genitori maltrattanti, sadici o trascuranti, può ricercare lo stesso copione relazionale nella vita adulta, nel tentativo di modificare, un vissuto doloroso.
Sei in mio potere: il sadismo sessuale
Al contrario i cosiddetti Dominatori (Master e Mistress) dediti al Sadismo Sessuale sono interamente assorbiti da fantasie che implicano il controllo completo della schiava (slave-sottomessa) e l’incremento dell’eccitazione viene data dalla sensazione di terrore che può manifestare il partner consenziente. Quando il partner non è consenziente si parla di vittima è il Master non è più un semplice dominatore ma un soggetto con un disturbo antisociale di personalità che commette un reato. Tra le attività che indicano dominio sul partner si annoverano: il forzare a camminare carponi, chiudere in gabbia, imprigionare, bendare, fustigare. Pertanto anche in questo caso va fatta un ulteriore distinzione tra il “sadismo sporadico e ludico” con il Sadismo Sessuale poiché quest’ultimo è un reale disturbo a carattere cronico che coinvolge l’intero funzionamento psicosociale del soggetto: il piacere sessuale del soggetto non è dato dall’atto sessuale in sé, che spesso è del tutto assente, quanto dall’osservare l’altro in stato di schiavitù e di umiliazione. Si tratta pertanto di una sensazione di potere e di grandiosità, una forma narcisistica di controllo onnipotente che cela attaccamenti insicuri o traumatici con figure familiari instabili. Una fame di potere e controllo che serve per colmare danneggiamenti relazionali avvenuti in fase dello sviluppo e calmare le fobie abbandoniche.
Parola d'ordine: sentire dolore per non sentire…
Queste relazioni celano comunque un assunto fondamentale: si tratta pertanto di instaurare un rapporto frutto di reciproca fiducia, nonché di profonda e sincera conoscenza di ogni gusto e preferenza, nonché di rispetto dei limiti dell’altro mediante l’uso della “parola di sicurezza” (safeword) che garantisce la possibilità di limitare danni non mettendo in pericolo l’altro e sospendendo ogni attività troppo dolorosa. Inoltre tale relazione implica un atto coraggioso poiché ci si affida al proprio partner con un completo abbandono, più di quanto un comune partner non riesca a fare con il proprio compagno. Tuttavia questa pratica presenta una serie di rituali di sofferenza, una dinamica di umiliazione psicologica e di potere, nata dal desiderio di affermare la propria esistenza all’altro con modalità paradossali, al fine di esorcizzare la paura dell’abbandono. La sicurezza è doppiamente garantita fisicamente con la safeword sia emotivamente: poiché quel dolore fisico finché è accettabile, che sia inferto o subito, tiene al riparo dal sentire qualcosa di più difficile da gestire come l’amore. Infatti l’idea del gioco e della simulazione consentono di mantenere: distanza emotiva dall’altro, controllo dell’affettività, rigidi ruoli di coppia (chi domina e chi viene dominato).
Questo mio intervento nasce dunque come precisazione poiché al contrario di quanto si dice in giro il sadomaso non è una pratica per tutti: mi spiace pertanto disilludere i tanti lettori della trilogia di Cinquanta sfumature convinti di poter essere iniziati facilmente alla pratica scambiando qualche giochetto intrigante, finalizzato a stuzzicare e ravvivare il rapporto sessuale, con quello che a livello psicologico è un vero e proprio status mentale, uno stile di vita ma soprattutto uno stile relazionale: l’unico conosciuto per accedere alla vita a due e per queste persone purtroppo l’unico modo possibile.