Pubblicato il: 27/12/2013 alle 08:47
La crisi economica ha influenzato molte abitudini e stili di vita degli italiani ma, in caso di prevenzioni e cure mediche, il problema economico personale o il taglio dei servizi sanitari gratuiti si trasforma in un problema.
Da un’indagine condotta dall’Istat, e confrontata con i dati precedenti alla crisi economica, è emerso che sono peggiorate non soltanto le condizioni finanziarie dei cittadini ma anche la percezione dello stato di salute psicologico.
Il malessere psico-fisico cresce già dagli individui di 14 anni ma è la fascia degli over 65 a risultare più vulnerabile e quella che subisce, più delle altre, la riduzione delle risorse economiche dedicate alle cure. Il 35,9% degli anziani con condizioni economiche non ottimali dichiara di non essere in buona salute e la percentuale sale nel caso di patologie gravi (54,9%).
Dai dati emersi dall’indagine statistica è emerso che gli abitanti delle isole (Sicilia e Sardegna) hanno aumentato il ricorso a visite specialistiche di controllo anche se hanno ridotto, in termini percentuali, quelle odontoiatriche: sempre meno italiani pensa che controllare lo stato di salute dentario non è una necessità impellente.
Gli accertamenti specialistici a pagamento in questi ultimi anni sono ponderati con estrema attenzione dagli italiani e alcuni – soprattutto donne – hanno dichiarato di aver rinunciato ad effettuare un controllo o un intervento chirurgico anche se ritenuto necessario (9%) e altri di aver addirittura ridotto l’acquisto dei farmaci (11,1%).
Le motivazioni relative alla rinuncia delle prestazioni mediche a pagamento, però non sono esclusivamente legate ai problemi economici: alcuni italiani hanno manifestato la difficoltà di accedere ai servizi gratuiti per le liste d’attesa troppo lunghe, gli orari di prenotazione scomodi per la regolare gestione della vita professionale o personale o, ancora, la difficoltà a raggiungere la struttura preposta al controllo medico.