Pubblicato il: 17/01/2014 alle 15:37
La donna, oggi, ha la possibilità di controllare il proprio dolore durante il travaglio e il parto mediante l’analgesia epidurale, consentendo al tempo stesso un parto naturale e spontaneo.
L’analgesia epidurale è una tecnica di anestesia locoregionale realizzata da un medico anestesista. Il principio su cui si basa è il blocco della trasmissione dello stimolo doloroso determinato dalle contrazioni uterine.
Gli analgesici iniettati nello spazio peridurale agiscono direttamente sulle radici nervose, permettendo dosaggi ridotti dei farmaci e quindi riducendo significativamente gli effetti collaterali materni e fetali.
L’analgesia epidurale determina in pochi minuti la scomparsa del dolore lasciando tuttavia inalterate tutte le altre sensibilità, compresa quella delle contrazioni uterine che continuano ad essere percepite ma in modo non doloroso.
Non compromette quindi la deambulazione in travaglio e non condiziona l’allattamento nel post-partum. E, qualora ci fosse la necessità di procedere a un taglio cesareo, il catetere peridurale può essere utilizzato per effettuare l’anestesia per l’intervento, evitando il ricorso a una anestesia generale.
Anche se la paziente non ha programmato di partorire senza dolore potrebbe comunque decidere di richiedere un’analgesia epidurale durante il travaglio o necessitare di un’anestesia per un parto cesareo o per un altro intervento subito dopo il parto.
Chi sceglie di effettuare l’analgesia epidurale deve fare una visita anestesiologica dopo la 35° settimana di gestazione. Sarà infatti l’anestesista a valutare se non ci sono controindicazioni alla partoanalgesia e a valutare gli esami necessari per eseguire l’analgesia.
L’analgesia epidurale è una tecnica sicura e abitualmente priva di complicanze.
1. Gli effetti collaterali immediati e transitori possono essere rappresentati da sensazione di calore e formicolio agli arti inferiori, lieve calo della pressione arteriosa, che regredisce con l’infusione
endovenosa di liquidi, e prurito, conseguente alla somministrazione di oppiacei.
2. La cefalea post – puntura durale si manifesta nello 0,2-3% dei casi e ha caratteristiche del tutto peculiari: si sviluppa dalla regione occipitale e cervicale alta, tipicamente scompare con
la posizione supina, si controlla con comuni analgesici e assunzione abbondante di liquidi.
3. Una lombalgia di intensità variabile si può manifestare dopo il parto ed è in genere imputabile
alla complessa dinamica del parto più che alla manovra di posizionamento del catetere peridurale.
4. Le sequele neurologiche gravi e sicuramente attribuibili alla tecnica sono decisamente rare (1:230.000-260.000).
E’ controindicata in caso di alterazioni della coagulazione, terapia con anticoagulanti orali, sepsi in atto, patologie di ordine anatomico o fisiologico in relazione al singolo caso da analizzare volta per volta sulla base dell’anamnesi e dello stato fisico della gravida. Le controindicazioni sono quindi rare.
L’analgesia peridurale quindi rappresenta un valido aiuto alla donna che affronta il travaglio, in questo modo, in maniera assolutamente tranquilla, non avvertendo dolore ma semplicemente la sensazione delle contrazioni.