Pubblicato il: 02/03/2024 alle 17:37
(di Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) Non diffamò né l’associazione, né i suoi aderenti. Che, nel concerto, s’è tradotta nell’assoluzione per un imputato accusato di avere screditato un’associazione, oltre che il suo rappresentante legale, attraverso le pagine di un notissimo social network. Questo il verdetto emesso dal giudice Giulia Zappalà che, alla fine , ha assolto l’imputato, accusato di aver gettato fango su un’associazione indicata come vicina all’Arci di San Cataldo. E anche sulla sua amministratrice, individuata come terminale di quella presunta diffamazione,,, che diffamazione non era.
Sì, perché così ha stabilito il giudice al termine del processo a carico del cinquantunenne di area leghista Giovanni Cirasa (assistito dall’avvocato Gianluca Amico) assolto perché non punibile per particolare tenuità del fatto. Ed entro novanta giorni depositerà le motivazioni alla base del suo pronunciamento. La vicenda giudiziaria ha preso le mosse da un post, dello stesso imputato, su Facebook. In quel messaggio, in primo luogo, ha messo in discussione i criteri dell’assegnazione di uno stabile, appartenente al patrimonio immobiliare del comune, all’associazione «Attivarci Insieme» rappresentata da Claudia Cammarata. «Ha una sede affidata senza nessuna delibera comunale, sono in pratica degli abusivi in un appartamento di proprietà di tutti», è un passaggio di quel messaggio. E di loro, elencandoli uno per uno, ne ha pubblicato le generalità
E poi, nel commentare messaggi pubblicati, avrebbe fatto riferimento a un’associazione «accusata per mafia», e, andando oltre «che segnalano le persone in massa su Fb per non farti parlare, dando a tutti l’appellativo di leghista, fascista, razzista… i bulli entrano subito in azione con offese personali». Ma alla fine il giudice ha assolto l’imputato perché «non punibile per particolare tenuità del fatto».