Pubblicato il: 16/05/2014 alle 08:18
Quanti germi vivono nelle nostre mani? L’importanza di un’igiene corretta è ribadita anche dall’Organizzazione mondiale della sanità che ha, ad ottobre, ha istituito la giornata mondiale della prevenzione. La corretta igiene delle in qualsiasi ambito assistenziale (in ospedale, in ambulatorio, in una struttura residenziale per anziani, nell’assistenza domiciliare) a casa durante il primo soccorso, rappresenta la misura più efficace per ridurre il rischio di trasmettere microrganismi potenzialmente patogeni da una persona all’altra. Molti studi hanno dimostrato che, quando l’adesione alla corretta igiene delle mani è elevata, si riduce il rischio di infezioni correlate all’assistenza.
Un argomento molto sentito dalla Croce Rossa nissena che in linea con il nostro Paese aderisce alle campagne sociali di sensibilizzazione. L’Area Rischio infettivo, ad esempio, ha coordinato in Italia la Campagna nazionale “Cure pulite sono cure più sicure”, parte della Campagna promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità, nell’ambito dell’Alleanza mondiale per la sicurezza del paziente. L’Italia ha inoltre partecipato alla sperimentazione dell’OMS come uno dei 6 siti pilota individuati a livello mondiale, con una rete di terapie intensive. A livello regionale, l’igiene delle mani viene promossa attivamente sia includendola tra gli obiettivi del Piano regionale di prevenzione 2010-2012 Â sia monitorando annualmente delle attività nelle Aziende.
L’igiene delle mani rappresenta un intervento fondamentale e una misura alla quale le persone civili, i soccorritori occasionali e gli operatori sanitari devono aderire per la sicurezza delle pratiche assistenziali. Nell’ottica di prevenzione della contaminazione/ricontaminazione dei dispositivi di primo soccorso da sottoporre agli infortunati, l’igiene delle mani si inserisce in un contesto più ampio di igiene personale, che si associa all’utilizzo di tutti i dispositivi di barriera atti a prevenire la contaminazione dell’operatore e dei materiali (guanti, camici, copricapo, sistemi/dispositivi di protezione delle vie aeree e del volto, ecc.).
Nel processo soccorso l’igiene delle mani deve essere buona pratica non solo delle persone che si occupano di sterilizzazione ma anche di tutti coloro che si trovano a maneggiare i dispositivi medici sterilizzati curandone trasporto, stoccaggio e utilizzo; è infatti importante ricordare che basta la mancata adesione anche a una sola pratica/procedura corretta per inficiare l’intero processo.
Ma cosa vive nelle nostre mani e noi non vediamo? I microrganismi presenti sulla cute delle mani sono rappresentati da flora batterica residente e da flora batterica transitoria. Â La pratica dell’igiene delle mani, pertanto, ha l’obiettivo di eliminare rapidamente la flora batterica transitoria e, per quanto possibile, la flora batterica residente.
Come pulire correttamente le mani.
In base alle necessità e al contesto, l’operatore può scegliere fra quattro modalità per l’igiene delle mani:
lavaggio sociale (Figura rossa), lavaggio antisettico, decontaminazione delle mani con soluzione a base alcolica.
(Figura blu), lavaggio chirurgico. L’OMS ha espressamente indicato nella linea guida del 2009 la frizione alcolica come pratica da diffondere e da preferire per migliorare l’igiene delle mani degli operatori sanitari occasionali e sociosanitari.
Rimane l’esigenza di un lavaggio con acqua e sapone in presenza di mani visibilmente sporche o contaminate.
Indipendentemente dalla tecnica di igiene scelta, è raccomandato vivamente che gli operatori non indossino anelli, braccialetti, unghie artificiali, in quanto ciò comporta un incremento del numero dei microrganismi presenti sulle mani.
Vedi anche: Prevenzione e Primo soccorso. I suggerimenti del centro di formazione della Croce Rossa Nissena a casa e all'aperto