Tempo fa è stata notificata al Vescovo una raccolta firme e petizione per il caro-acqua nel nostro territorio. Si chiedeva il permesso (e null’altro) di potere raccogliere le firme sul sagrato, presso le persone che uscivano dalle celebrazioni in Chiesa. La Diocesi non può mostrarsi insensibile al problema, ma offre a questa iniziativa civica una collaborazione meramente esterna e strumentale. La Diocesi e le parrocchie non
entrano in merito alla problematica delicata e seria, né durante le celebrazioni né negli altri ambiti ecclesiali.
Inoltre, non possono in nessuna maniera essere coinvolte nell’organizzazione e/o gestione della iniziativa.
Si segnala e chiarisce che si è solo dato un permesso a raccogliere le firme davanti ai luoghi sacri. Altro non si è promesso e altro non si può pretendere!
Da più parti si segnala che la raccolta firme sta per iniziare. Ricordo, dunque:
➢ che la Diocesi e le parrocchie non sono affatto aderenti all’iniziativa, come da qualche parte si asserisce;
➢ che è corretto e importante distinguere chiaramente gli ambiti istituzionali e che non è pertinenza della Chiesa promuovere iniziative civiche;
➢ che non sarebbe né prudente né opportuno muovere passi politicamente strumentalizzabili in tempo di elezioni.
Si ribadisce e conferma che ai promotori della iniziativa e ai Comitati di Quartieri è consentito operare la raccolta firme sui sagrati e negli spazi antistanti le chiese. I parroci sono stati messi al corrente di queste
disposizioni.
se siamo sicuri di rimandare a casa caltaqua e riprenderla i nisseni e nn una ditta nn straniera forse il problema potrebbe risolversi altrimenti resteremo schiavi di una ditta dove la nostra stessa acqua ce la fanno pagare per acqua minerale e noi pecoroni nisseni perché nn siamo altro che pecoroni pagheremo cm sempre ,al posto di riunirci e buttarli fuori a calci nel sedere perché nn di altro che strozzini una cosa fuori dal normale perché cn leas stavamo benissimo