Pubblicato il: 03/12/2014 alle 07:00
Prosegue il “diario della gravidanza” curato dall’ostetrica Cettina Andaloro e dalla ginecologa Daniela Anzelmo; un progetto curato con l’intento di chiarire i dubbi delle future mamme e accompagnarle nel percorso di crescita personale e genitoriale. Questa settimana prosegue l’approfondimento su tutti i controlli e le evoluzioni che si vivono durante il secondo mese di gravidanza e, con esattezza, quello tra la 4 settimana e 4 giorni all’8 settimana e 5 giorni.
La lista dell’esame del sangue e delle urine che devono essere effettuati in questo periodo sono molti e, talvolta, le donne non capiscono se sono delle procedure di “routine”, assolutamente normali per il periodo o se, invece, in quelle definizioni incomprensibili a chi non è del settore, sia celato qualcosa di più preoccupante.
Per chiarire i dubbi e tranquillizzare le gestanti Daniela Anzelmo e Cettina Andaloro elencano esami da eseguire con un prelievo ematico, secondo le indicazioni del nostro sistema sanitario nazionale (DL 10/9/98 più noto come Decreto Bindi) e spigano a cosa servono.
-Emocromo: per rilevare i valori globuli rossi, emoglobina, ematocrito, globuli bianchi e piastrine; va ripetuto in ogni trimestre per verificare l'insorgere di una eventuale anemia.
-Gruppo sanguigno e fattore Rh: se la mamma, infatti, è Rh negativo, è necessario conoscere anche il gruppo sanguigno paterno. Nel caso i due fattori Rh siano diversi tra loro, e quindi il padre abbia un Rh positivo, c’è il rischio che il feto possa avere un Rh positivo anche lui, il che creerebbe un’incompatibilità con la mamma. La madre, infatti, produrrebbe degli anticorpi ad antigene Rh che passando attraverso la placenta distruggerebbero il sangue del neonato, provocandogli una malattia emolitica (MEN). L’immunizzazione verso il fattore Rh crea problemi non per la gravidanza in corso, ma per quella successiva. Al momento del parto, così come dopo procedure invasive, come ad es. amniocentesie villocentesi, viene praticata una iniezione diimmunoglobulineanti-D (Rh positivo), per scongiurare l’immunizzazione.
-Test di Coombs indiretto: identifica la presenza di anticorpi irregolari nel siero materno (vedi sopra).
-Elettroforesi delle emoglobine: nel caso in cui dall’emocromo venga fuori una microcitemia, cioè un volume ridotto di globuli rossi, o nel caso in cui si sospetti che la madre sia portatrice di talassemia.
-Glicemia: misura la quantità di zucchero nel sangue; va ripetuto tra 24 e 27 settimane, mentre in caso di particolari situazioni a rischio va eseguita la OGTT (curva con carico di glucosio).
Transaminasi AST e ALT: per valutare lo stato del fegato.
-VDRL E TPHA: serve a escludere la sifilide, infezione che si può contrarre attraverso i rapporti sessuali e può comportare gravi danni fetali fino alla morte del feto. La cura è a base di antibiotici che si possono assumere in gravidanza.
-HIV: ricerca gli anticorpi contro il virus dell’AIDS. Se la donna è sieropositiva è previsto un percorso assistenziale specifico che limita le possibilità di contagio al figlio. Questo esame è tutelato dal consenso informato.
-TOXO-TEST: ricerca gli anticorpi contro un parassita, il Toxoplasma Gondii. In caso di presenza di anticorpi “memoria” IgG e assenza di anticorpi recenti IgM (toxotest positivo), la donna ha contratto l’infezione in passato, non può più contagiarsi e non vi è alcun rischio per il bambino, quindi l'esame non va più ripetuto. In caso di assenza di entrambi i tipi di anticorpi (toxotestnegativo) l’esame varipetuto ogni mese. La toxoplasmosi contratta in gravidanza può essere causa di lesioni fetali e necessita di terapia antibiotica. Non esiste un vaccino per prevenire il contagio,ma basta seguire regole igieniche, che abbiamo già illustrato.
-RUBEO-TEST:ricerca gli anticorpi contro la rosolia. Se sono presenti gli anticorpi “memoria” IgG, l’infezione c’è stata e non vi è rischio per il bambino, e non bisogna più non ripetere il test. Se non si è mai entrati in contatto con il virus della rosolia (anticorpi assenti) è opportuno ripetere il test a 17 settimane ed evitare il contatto con soggetti affetti (il contagio è possibile da 7 giorni prima a 4 giorni dopo la comparsa delle manifestazioni cutanee: periodo di incubazione 13-23 giorni). Se la mamma si infetta nel corso del primo trimestre il rischio di infezione fetale supera il 90%. Dopo la 20° settimana non vi sono rischi significativi. In caso di rubeotest negativo è importante sottoporsi alla vaccinazione dopo il parto.
ESAME URINE:un esame completo delle urine può dare un quadro chiaro della presenza o meno di infezioni importanti, dato il dosaggio di eucociti o batteri. In gravidanza è molto facile contrarre infezioni urinarie, cosa che rende ancor più necessario questo esame. Inoltre la presenza di proteine nelle urine oltre i livelli di soglia, può essere uno dei segni iniziali di gestosi. Anche l'esame urine quindi va ripetuto con cadenza mensile.
Per approfondire: Sono incinta! Il diario della gravidanza e i suggerimenti delle esperte