Pubblicato il: 08/12/2014 alle 08:13
Ansia, panico, fobie sono termini che usiamo ormai quotidianamente per segnalare il nostro modo di sentirci o di affrontare certi eventi. Altro è invece riferirci a queste categorie per identificare un malessere psicologico che una persona può vivere in un certo periodo della sua vita e che porta con se sintomi specifici.
Abbiamo chiesto alla dottoressa Alessandra Campanella, e psicologa e psicoterapeuta della Cooperativa Controluce di Caltanissetta come relazionarci in caso di Disturbo da Attacchi di Panico che è trasversale rispetto all’età e al sesso di appartenenza.
Il disturbo da attacchi di panico appartiene allo spettro più ampio dei disturbi d’ansia, ma ha delle caratteristiche specifiche che lo rendono riconoscibile.
Nell’attacco di panico, la sensazione di paura intensa o di angoscia colpisce la persona in maniera improvvisa ed inaspettata attraverso il coinvolgimento del corpo, che diventa il protagonista indiscusso di una serie di sensazioni spiacevoli e non controllabili: tachicardia, sudorazione, tremori, dispnea, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, sensazione di instabilità e sbandamento, derealizzazione (la realtà esterna appare strana ed irreale) o depersonalizzazione (ad esempio avere la sensazione di essere staccati dal proprio corpo), sensazione di perdere il controllo, di impazzire o morire, intorpidimento e formicolii in alcuni distretti corporei, brividi o vampate di calore.
Una combinazione di quattro o più dei sintomi elencati si presentano contemporaneamente e si sviluppano all’incirca in un tempo di 10 minuti, oltre il quale i sintomi si dissolvono, lasciando comunque la persona in uno stato di disagio.
Anche se è il corpo ad essere in primo piano e con questa costellazione di sintomi che a volte possono rimandare a scenari relativi ad altre patologie (ad esempio la sensazione che ci sia un infarto in corso), passato il momento nel quale queste attivazioni corporee e sensazioni si esprimono, piano piano la situazione si ristabilizza. La persona che ha un attacco di panico, dunque, non corre un pericolo per la sua incolumità fisica, seppure la sensazione è proprio quella. Purtroppo, non c’è modo di “bloccare” un attacco di panico nel momento in cui avviene per cui è utile fronteggiare la situazione sospendendo ciò che si sta facendo e lasciando che il picco dell’attacco raggiunga il suo apice, se possibile cercando l’aiuto di una persona vicina che può stare accanto e magari rassicurare chi in quel momento sta sperimentando sensazioni così spiacevoli.
Se questo episodio è singolo si parla di un attacco di panico, se l’esperienza si ripete con una certa frequenza nel tempo ci si trova nella condizione di avere un vero e proprio Disturbo da Attacchi di Panico.
L’attacco di panico può manifestarsi in qualsiasi situazione senza che ci sia un apparente nesso con ciò che si sta vivendo. Questa evenienza rende la persona sempre più timorosa, soprattutto dopo aver sperimentato già una prima volta gli spiacevoli sintomi che lo caratterizzano. La paura che si possa rivivere la medesima situazione, porta a volte ad adottare delle strategie di evitamento (come ad esempio non ritornare nello stesso posto in cui si è avuto l’attacco di panico, evitare le novità o gli imprevisti).
Proprio perché tutto avviene all’improvviso e senza che vi sia un motivo concreto e reale apparente che possa spiegare la tragicità di questi sintomi, la persona che ha degli attacchi di panico vive questa sensazione con estrema vergogna. Spesso ci si nasconde dagli altri e si evita di confidare quello che si sta vivendo proprio perché appare come insensato e doloroso.
La cosa più difficile da accettare quando si soffre di attacchi di panico è la perdita del controllo del proprio corpo e in generale della propria vita. Capita così, che la persona si senta inutile, che tutto appaia privo di senso e che si provi paura e insoddisfazione.
I motivi che generano gli attacchi di panico possono essere svariati, molteplici e soprattutto sono diversi da persona a persona. Possono avere a che fare con periodi di cambiamenti più o meno grandi nella propria vita e con paure che non sapevamo prima di avere.
Ciò che è certo e comune a tutte le situazioni è che la nostra mente ci sta comunicando attraverso il corpo che c’è un “intasamento”… un insieme di emozioni alle quali non abbiamo forse dato sufficiente grado di espressione e che la nostra mente allora manifesta in questo modo.
Il coinvolgimento massiccio del corpo porta spesso le persone che soffrono di attacco di panico ad imputare tale sofferenza a qualche tipo di malattia somatica. Certamente è importante affidarsi al proprio medico di fiducia per escludere che vi siano delle effettive cause organiche che possano spiegare i sintomi sopra elencati.
Una volta appurato che ci si trova di fronte ad una sofferenza psichica occorre scegliere bene il percorso da compiere per prendersi cura di se stessi: certamente richiedere un aiuto farmacologico ad un medico specialista può rappresentare un sostegno, ma i farmaci non sono risolutivi perché la loro azione non è legata alle cause che stanno provocando il malessere.
Èimportante non sottovalutare ciò che ci sta accadendo e “fermarsi” un attimo a fare il “punto della situazione”. Un colloquio con uno psicoterapeuta esperto può aiutarci a ridefinire alcuni punti, come anche a “vedere più chiaro” oltre al ruolo ingombrante che assume il nostro corpo attraverso i sintomi.
Perché vivere con vergogna qualcosa che invece può darci l'occasione di aprirci a nuove possibilità?
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