Pubblicato il: 16/12/2014 alle 15:44
“Se bastasse semplicemente cambiare la postura per star meglio, come suggerisce Charlie Brown nell'immagine mostrata, sarebbe tutto più semplice! Ma purtroppo non sempre è così!” ha commentato la dottoressa Alessandra Campanella, psicologa e psicoterapeuta del centro Controluce di Caltanissetta che, a seguire cercherà di delineare alcune distinzioni e chiarire il concetto chiave della depressione.
Questa parola nel tempo è diventata un contenitore di utilizzo comune che rischia però di confondere un po’ le idee.
Proprio perché ci si riferisce al concetto di depressione in molte circostanze, si rischia di creare degli allarmismi rispetto alla propria salute psico-fisica anche laddove dietro ci sono situazioni più semplici.
A ciascuno di noi può capitare di passare una giornata o trascorrere un periodo nel quale siamo particolarmente tristi, irritabili o “giù di tono”… in questo caso, senza sminuire l’importanza di ciò che ci sta accadendo, possiamo parlare di umore depresso.
Il disturbo depressivo, d’altro canto, presenta dei sintomi specifici e perdura nel tempo.
All’umore depresso e alla perdita di piacere ed interesse per le attività che prima interessavano e davano piacere, nel disturbo depressivo, si accompagnano altri sintomi. Spesso la persona con un disturbo depressivo si sente stanca, affaticata, priva di energie e particolarmente demotivata. Possono presentarsi un aumento o una diminuzione dell’appetito e quindi una relativa variazione del peso corporeo. Altri sintomi sono costituiti dal rallentamento o dall’agitazione motorie e da disturbi del sonno (come dormire di più o di meno, svegliarsi durante la notte, non riuscire ad addormentarsi o svegliarsi precocemente); possono essere presenti difficoltà nel concentrarsi, mantenere l’attenzione e prendere decisioni. Più in generale la persona ha la sensazione di essere inutile o colpevole. Spesso sono anche presenti pensieri di morte o di suicidio. Questi sintomi sono presenti per tutto il giorno e per un discreto lasso di tempo.
L’esperienza del soffrire di un disturbo depressivo è molto dolorosa, sia per la persona che ne è direttamente coinvolta che per le persone vicine che la circondano. La sensazione è quella dell’impotenza e della mancanza di senso. Il sentimento prevalente è quello della perdita della speranza e dell’impotenza. Diventa così molto difficile portare avanti i propri impegni quotidiani (studiare, lavorare, ect.), le proprie passioni e allo stesso tempo appare molto difficile mantenere le relazioni. Èper tale ragione che le persone che soffrono di questa patologia si ritirano sempre di più dai contesti sociali e relazionali.
Come spesso accade nei vari quadri psicopatologici, non c’è una causa unica che può generare un quadro depressivo. Le cause sono, dunque, molteplici e attengono ad un quadro bio-psico-sociale nel quale i fattori biologici, psicologici e ambientali compartecipano nel generare una situazione di malessere.
Nei disturbi depressivi tuttavia, un fattore comune è la sensazione della perdita, che sia essa reale o una sensazione di perdita “interna” e può avere a che fare sia con eventi di tipo negativo (un lutto, la perdita del posto di lavoro, ect) sia anche con eventi che hanno carattere più positivo ma che vanno a sollecitare la persona su aspetti magari non meglio elaborati prima (il passaggio dalla fase adolescenziale a quella adulta, l’assunzione di nuove responsabilità, etc).
Purtroppo non basta la “buona volontà” per risollevarsi da un disturbo depressivo: non è raro che familiari ed amici esortino la persona che vive questa situazione a mettercela tutta per star meglio. Èinvece opportuno sostenere con pazienza la persona esortandola a chiedere un aiuto.
Come le cause del disturbo sono molteplici così anche gli approcci di cura devono essere ampi ed integrati su più ambiti.
Èstato dimostrato che il trattamento combinato di tipo psicologico e farmacologico risulta più efficace in questo tipo di disturbi che la scelta di un solo metodo di cura.
Èopportuno che l’approccio farmacologico sia concertato con un medico specializzato nel settore. Al contempo, una psicoterapia può dare alla persona l’opportunità di disporre di un contesto di cura esplorativo nel quale possono essere potenziate le risorse… in sostanza, per tornare a Charlie Brown, attraverso una psicoterapia si può pian piano e con pazienza iniziare a cambiare un po’ la propria postura!
Per approfondire:La psicologia di “Controluce”: i suggerimenti delle esperte contro il “disagio del sé”