Pubblicato il: 14/01/2015 alle 09:11
Le situazioni che ogni giorno vive un individuo generano dei stati d’animo che si riflettono nell’umore e nel comportamento. Comprendere e accettare questo presupposto è il primo passo per saperlo affrontare e reagire alle situazioni negative a prescindere dall’età.
Marta Cortese, psicologa dell’associazione Controluce e del centro di terapia della famiglia, ha sottolineato come, così come negli adulti, i bambini possono vivere un sovraccarico emotivo.
“C’è un’ importante differenza tra un’ansia fisiologica ed una patologica, così come negli adulti, anche nei bambini alcuni sintomi ansiosi, se sporadici e collegati ad avvenimenti particolarmente stressanti, sono un importante segnale che il corpo dà per comunicare un sovraccarico emotivo” ha sottolineato l’esperta.
Le varie tappe di sviluppo possono “normalmente” portare i bambini a dei vissuti d’ansia lievi e transitori, in quanto la crescita consiste proprio nell’affrontare sempre nuovi territori, ignoti prima d’allora. “Pensiamo ad esempio ad un neonato che si confronta per le prime volte con l’attesa della poppata, per i più grandicelli al primo giorno di scuola o alla separazione, seppur momentanea, dai genitori.
Soprattutto durante i primi mesi e anni di vita, il bambino si confronta giornalmente con nuove esperienze e anche la capacità di sperimentare piccoli stati d’ansia lo aiuterà ad affrontare ed attraversare le fasi di transizione dello sviluppo.
Così, anche attraverso questi “spiacevoli” stati emotivi interni il neonato imparerà che dopo questi la poppata arriverà, il bambino potrà capire che fronteggiare una lieve ansia vuol dire da una parte separarsi dalla madre, ma anche conoscere nuovi amici e affacciarsi così all’autonomia.
Quando l’ansia raggiunge livelli persistenti e diventa troppo intensa, provoca un malessere eccessivo con conseguenti comportamenti disfunzionali che portano il bambino a stare male e non sapere più in che modo affrontarla e gestirla.
L’ansia assume forme molto diverse a seconda dell’età del bambino, in relazione alle sue caratteristiche personali ed alle reazioni che i genitori e l’ambiente più prossimo a lui (maestre, familiari più vicini..) avranno dinanzi a tali comportamenti.
Così più i bimbi sono piccoli, più l’ansia si manifesterà attraverso sintomi generalizzati, come scoppi di rabbia e/o preoccupazioni apparentemente incomprensibili, agitazione e/o paura eccessiva, evitamento di determinate situazioni”.
Per approfondire: La psicologia di “Controluce”: i suggerimenti delle esperte contro il “disagio del sé”