Pubblicato il: 09/02/2015 alle 08:00
La scorsa settimana la psicologa la psicologa Marta Cortese, esperta della cooperativa Controluce e del Centro di terapia per la famiglia, ha illustrato il disturbo dello spettro autistico. Non esiste, però, una sola forma di questa malattia ma le caratteristiche principali dell’autismo si possono raggruppare in 3 aree:
– compromissione significativa delle relazioni sociali,
– compromissione della comunicazione verbale e non verbale
-comportamenti, interessi e attività ristretti o stereotipati.
Con il supporto della dottoressa Cortese cercheremo di illustrarle in breve.
– La compromissione significativa delle relazioni sociali include la mancanza di comportamenti non verbali come il contatto oculare, le espressioni facciali, la postura ed i gesti corporei; queste  sono caratteristiche spesso rintracciabili nei bimbi fin dai primi mesi.
Vediamo neonati già piccolissimi che seguono con gli occhi lo sguardo della madre o delle persone che si relazionano con loro, che sorridono ad uno sguardo o al sentire il suono della voce o che esprimono con la mimica facciale paura, gioia, perplessità. Tutti questi comportamenti fortemente relazionali sono gli stessi che non ritroveremo, se non in minima parte, nei bimbi autistici.
Già durante il primo anno, Â i genitori riferiscono la difficoltà nel catturare lo sguardo del figlio. Quando sono tenuti in braccio sembrano sgusciare via dalle braccia di chi li tiene; anche questo ha un significato relazionale; mentre i neonati fin da subito adattano il loro corpo a quello della madre, al quale aderiscono e si modellano, trovando un confortevole riparo, bimbi con tali problematiche hanno un'insofferenza verso il contatto fisico, e per questo mostrano un'incapacità di adattare la propria postura a quella di chi li tiene in braccio.
Crescendo, il bambino potrebbe non risponde se chiamato, non mostra interesse per il comportamento altrui, nè tantomeno richiede la presenza dell'altro nelle sue attività e, se la richiede, non è per condividere, ma per soddisfare i suoi bisogni. Il disinteresse verso gli altri riguarda sia gli adulti sia i coetanei, per cui il bambino non sa fare giochi cooperativi.
– Altro aspetto fortemente compromesso è quello comunicativo; in alcuni casi il linguaggio è assente, in altri poco presente, ma in ogni caso non vi è la capacità e l’interesse di iniziare o sostenere una relazione.
Èl’intenzione comunicativa a mancare, infatti il linguaggio, qualora mancante, non viene sostituito da gesti, espressioni facciali o postura (come avviene nei bambini che ancora non parlano ma che si fanno capire benissimo!). Se il linguaggio è presente, la sua qualità è comunque compromessa con ripetizioni di parole o frasi, eloquio cantilenante o monotono.
Il gioco non presenta elementi simbolici o di fantasia (non c’è il gioco del “far finta di..”)
La compromissione delle abilità comunicative sono il campanello d'allarme che spesso spinge i genitori a consultare uno specialista.
-Anche comportamenti, interessi e attività sono ristretti o stereotipati. Spesso i bambini si dondolano, assumono posture o atteggiamenti bizzarri, osservano e si interessano in maniera eccessiva a parti di oggetti, emettono suoni strani. Hanno dei tipici rituali con cui scandiscono alcuni momenti che fanno parte della quotidianità, come mangiare, lavarsi, uscire, che devono svolgersi sempre secondo le stesse modalità (ad esempio il bambino ha bisogno di sedersi sempre nello stesso posto, con la stessa disposizione delle posate e spesso le caratteristiche del cibo devono essere sempre le stesse). Questa ritualità si manifesta in tutti gli ambiti di vita, dal gioco al percorso che si fa per raggiungere un luogo. Una semplice variazione di queste abitudini può determinare comportamenti di rabbia, con atteggiamenti auto ed etero-aggressivi, che sono comuni a molti bambini e che (è importante sottolinearlo) sono espressione di un'incapacità comunicativa.
Altri sintomi caratteristici possono essere un'ipersensibilità a stimoli uditivi, nei confronti dei quali possono scatenarsi risposte di panico con tentativi di proteggersi (come coprirsi le orecchie), l'iperattività, la difficoltà attentiva; mentre si possono osservare, in alcuni bambini artistici, abilità speciali, come un'ottima memoria per numeri o date o un'inaspettata capacità di leggere o recitare interi brani.
Ènecessario sottolineare che la manifestazione di questi sintomi è diversa da bambino a bambino e può modificarsi nel corso dello sviluppo.
Solo una grave compromissione in tutte queste aree dovrebbe portare ad una diagnosi di disturbo autistico, mentre compromissioni più lievi rientrano nei disturbi dello spettro autistico.
Per approfondire:Â La psicologia di “Controluce”: i suggerimenti delle esperte contro il “disagio del sé”