Pubblicato il: 15/05/2015 alle 07:39
I disturbi specifici dell’apprendimento (D.S.A.) comprendono la dislessia, la discalculia, la disortografia e la disgrafia, cioè rispettivamente una notevole difficoltà nella lettura, nel calcolo e nella scrittura e riguardano una percentuale di bambini in età scolare abbastanza alta (2,5-3%); la dislessia è il disturbo più ricorrente, ma spesso possono anche essere associati tra loro.
Per comprendere meglio di cosa si tratta Seguonews ha chiesto l'intervento della psicologa Marta Cortese, esperta della cooperativa Controluce e del Centro di terapia per la famiglia.
I D.S.A. hanno un’origine neurobiologica ed è molto importante sottolineare che riguardano bambini intelligenti; proprio per questo si chiamano disturbi ”specifici” dell’apprendimento perché riguardano “specificatamente” problemi nell’apprendimento e non  altri ambiti; anzi non possiamo parlare di questo genere di disturbi, quando questi derivano da problemi cognitivi, sensoriali (problemi all’udito o alla vista) o altre cause mediche (sindromi genetiche, etc.).
Entriamo più nello specifico di ogni singolo disturbo:
la dislessia riguarda la difficoltà del bambino (ragazzo) ad acquisire una certa accuratezza nella lettura, una discreta velocità e un buon livello di comprensione di ciò che legge. Le difficoltà incontrate da questi bambini sono maggiori rispetto a quelle che un bambino può incontrare normalmente; leggere di più non fa conseguire i miglioramenti sperati.
la discalculia riguarda la difficoltà a riconoscere i simboli matematici, a copiare correttamente i numeri, a rispettare i segni delle operazioni, a contare gli oggetti accuratamente, a imparare le tabelline, ad applicare un ragionamento simbolico ai problemi ed a capire termini, operazioni e concetti matematici.
La disortografia e la disgrafia comprendono la difficoltà a scrivere in generale in maniera corretta da un punto di vista grafico, grammaticale, di punteggiatura e di comporre frasi o paragrafi coerenti.
Importante chiarire che la diagnosi vera e propria dei disturbi specifici dell’apprendimento viene fatta soltanto in seconda elementare, quando ogni bimbo ha avuto un arco di tempo sufficiente per avere dimestichezza con la lettura, la scrittura, il calcolo, poichè sono competenze che non tutti i bambini riescono ad avere al momento dell’ingresso in prima elementare, quindi a sei anni.
In alcune situazioni (assolutamente normali) può essere necessario aspettare i 7 anni, perché il bambino riesca a comprendere il significato simbolico di numeri e lettere.
Se da una parte dobbiamo quindi dare il tempo ai nostri bimbi di raggiungere le tappe rispettando i loro ritmi di sviluppo, d’altra parte è fondamentale poter fare una diagnosi precoce o, ancor prima, individuare indici di rischio.
Ma andiamo per ordine.
Alla scuola materna è già possibile rilevare alcuni segni “indicatori” di successive “possibili” difficoltà di apprendimento; per questo motivo alcune scuole si stanno premurando a fare prestissimo delle prove strutturate per l’età ma è bene che queste vengano rilevate esclusivamente da uno specialista, con test standardizzati, per evitare di creare allarmismi inutili.
Durante la prima elementare e la prima parte della seconda elementare non si può ancora parlare di D.S.A. perché è difficile e prematuro definire con sicurezza il disturbo di lettura, di scrittura e di aritmetica, per le differenze individuali, che normalmente si notano nella costruzione di un'abilità.
Un tecnico, con test standardizzati adeguati, può già, però, fare una buona predizione delle difficoltà del bambino.
Si può fare diagnosi di disturbo specifico di apprendimento dal mese di gennaio della seconda elementare per la dislessia e la disortografia, e dalla terza elementare in poi per la discalculia; poichè da tali momenti è possibile definire con maggiore sicurezza il tipo di difficoltà del bambino.
Le difficoltà più comuni, che possono insorgere a scuola e che indicano la presenza o il sospetto di disturbi specifici dell’apprendimento, si evidenziano quando il bambino:
– legge in modo poco fluente;
– legge commettendo errori;
– sembra non ricordare o non comprendere quello che legge;
– scrive con grafia poco comprensibile;
– scrive con errori di ortografia, che riguardano lettere sostituite, omesse o invertite;
– ha difficoltà a imparare tabelline e ad eseguire, con rapidità e correttezza sufficienti, calcoli mentali e scritti;
– ha difficoltà ad imparare le informazioni in sequenza (per es. giorni della settimana, mesi);
– si distrae facilmente;
– ha difficoltà a mantenere a lungo l'attenzione sul compito scolastico;
– rifiuta di leggere o scrivere;
– disturba i compagni durante la lezione.
Questi sono sintomi che devono sempre essere approfonditi da un esperto.
Questi comportamenti si inseriscono all’interno di un quadro, in cui il bambino è sveglio, intelligente, e, tolto l’ambito “scolastico”, non evidenzia alcun tipo di problema
Il bambino, nonostante la sua intelligenza e l’impegno, spesso spropositato, nei confronti delle attività scolastiche, non riesce ad ottenere i risultati sperati.
Nel prossimo approfondimento l'esperta Marta Cortese indivcherà l'importanzadi una corretta e tempestiva diagnosi dei disturbi specifici dell’apprendimento.
Per approfondire:Â La psicologia di “Controluce”: i suggerimenti delle esperte contro il “disagio del sé”