Pubblicato il: 12/06/2015 alle 07:00
Soprattutto nella bella stagione, potrebbe capitare di essere punti da insetti come vespe e api. Le vespe, a differenza delle api, sono più aggressive e possono aggredire anche senza essere minacciate. Esse infatti hanno un pungiglione liscio che permette loro di pungere più volte senza perderlo, mentre il pungiglione delle api è seghettato e pungendo si incastra sotto la pelle causando la morte dell'insetto.
Cosa fare in caso di una puntura. Quando si viene punti è di fondamentale importanza valutare con prontezza la risposta dell’organismo.
Una reazione locale come un eritema o un indurimento accompagnato da prurito è un fenomeno normale. Nel caso delle api, per limitare il dolore è bene rimuovere il prima possibile il pungiglione perché è dotato di un piccolo serbatoio che continua a iniettare il veleno anche per 60 secondi dopo il morso. Nei casi in cui in seguito alla puntura compaia un notevole gonfiore nella sede della puntura (un esempio tipico è quando l’insetto punge la mano e il gonfiore interessa tutto l’arto) o addirittura una reazioni generalizzata occorre rivolgersi al medico di base. “La prima puntura non può scatenare una reazione allergica, perché serve solo a sensibilizzare il soggetto creando gli anticorpi della classe IgE. Solo a un secondo contatto con l’allergene, cioè il veleno dell’insetto che punge, potrà avvenire, nei soggetti predisposti, la reazione allergica; infatti le IgE legandosi al veleno determinano la rottura di alcune cellule (mastociti e basofili) che liberano a loro volta una serie di sostanze che causano la reazione allergica”,
Le avvisaglie che devono allertare sono un gonfiore che supera i 10 centimetri di diametro e una reazione lontana dal punto del morso. Per esempio se l'insetto punge sul dito e si nota un angiodema sul volto, oppure la comparsa di un’orticaria generalizzata” continua l'esperta.
In caso di allergia. La paura più grande in caso di allergia è lo shock anafilattico, ovvero una seria vasodilatazione, accompagnata da calo della pressione arteriosa e perdita di coscienza, che può portare anche alla morte. In situazioni simili è necessario l’intervento immediato del medico per la somministrazione di farmaci anti-shock come l’adrenalina. “Per le persone che sanno con certezza di essere allergiche dopo aver effettuato il test di allergia al veleno di api o di vespa, il medico può valutare la possibilità di prescrivere subito una terapia salvavita”. Si tratta di adrenalina da iniettare autonomamente attraverso un apposito dispositivo, da portare sempre con sé e da usare in caso di puntura, in modo da avere la giusta copertura di tempo utile per recarsi in pronto soccorso. Ma soprattutto, è possibile sottoporsi al vaccino (immunoterapia specifica), efficace nella quasi totalità dei soggetti che lo assumono e che permette al paziente di risolvere definitivamente il problema. “Il vaccino consiste infatti nella somministrazione progressivamente crescente di veleno adeguatamente purificato a cui il soggetto è allergico. In questo modo il paziente viene desensibilizzato, e a successive punture dell’insetto stesso non presenterà più reazioni allergiche