La procura di Caltanissetta ha incaricato la Digos di Enna e la polizia postale di perquisire l’abitazione, a Catania, di uno studente universitario di Enna di origine marocchina, e la sua abitazione ennese, perché indagato con l’accusa di incitamento all’odio razziale. Secondo l’ipotesi di reato il ventiquattrenne avrebbe pubblicato sul suo profilo Instagram frasi dai contenuti antisemiti definiti dai magistrati «aberranti». L’indagato dice: «Sono un pacifista che sostiene la causa palestinese non certamente un terrorista».
Nella casa di Catania la polizia ha sequestrato anche il computer e il telefono del ragazzo.
«Ho solo esercitato il diritto di esprimere il mio parere – aggiunge lo studente, che è assistito dall’avvocato Vincenzo Franzone del foro di Catania – Sono vicino alla causa palestinese e soffro nel pensare al genocidio di uomini, donne e bambini che si sta perpetrando nel silenzio generale». Secondo il racconto dello studente la polizia gli avrebbe consegnato il mandato di perquisizione solo dopo avere effettuato l’ispezione della sua stanza e della sua auto.