Grazie al progetto proposto da Antonella Furian, Nino Costa e Leandro Janni (Italia Nostra) al Comune di Caltanissetta, accolto con entusiasmo dal sindaco Roberto Gambino, il Cimitero Monumentale degli Angeli di Caltanissetta oggi, primo sito in Sicilia, fa parte di A.S.C.E – Associazione dei Cimiteri Significativi in Europa. Un riconoscimento rilevante per la Città di Caltanissetta e per il suo patrimonio storico e monumentale. Un passo importante verso una migliore conoscenza, tutela e valorizzazione di questo speciale “luogo del silenzio”. Intanto, si sta costituendo un comitato tecnico-scientifico che si occuperà del progetto nel corso degli anni, a supporto dell’Amministrazione Comunale. Congiuntamente, è stata già elaborata e diffusa la nuova mappa del Cimitero degli Angeli (curata da Giuseppe Giugno, Leandro Janni e Liborio Torregrossa). La mappa è in distribuzione presso le sedi della Pro Loco Caltanissetta e all’ingresso del Cimitero cittadino. Infine, ricordiamo che è visitabile, fino al 20 aprile 2024, la mostra fotografica “Polvere”, di Nino Costa, un viaggio sentimentale nei cimiteri monumentali d'Italia. L'esposizione, ospitata a Palazzo Moncada, presenta anche una sezione, a cura di Leandro Janni, dedicata alle architetture, alle sculture e alle splendide vedute del Cimitero degli Angeli di Caltanissetta.
Storia, cultura e arte del Cimitero degli Angeli
Il Cimitero degli Angeli, a Caltanissetta, è adiacente al complesso monumentale di Santa Maria degli Angeli e ai ruderi del castello di Pietrarossa. Il progetto per la sua realizzazione venne redatto dall’ing. Michele Scarpinati, già impegnato in quegli stessi anni nella definizione del Piano Regolatore dell’area della città contigua alla stazione ferroviaria, e fu approvato dal Consiglio Comunale nel 1878 con uno stanziamento di 126.000 lire. La delibera faceva seguito ad un’accesa discussione sui possibili siti ove stabilirlo: la zona dell’abbazia di Santo Spirito, un terreno in contrada Balate, uno in contrada Firrio e quello, poi scelto, vicino al convento di Santa Maria degli Angeli. Scelto per la natura drenante del terreno calcareo, per la relativa vicinanza all’abitato cittadino e per la «romantica mestizia che vi spira attorno». Il sito in questione è posto sopra una collina argillosa che domina la valle dell’Imera Meridionale, nelle vicinanze del castello di Pietrarossa, edificato verosimilmente in epoca bizantina (750-800 d.C.), per il controllo strategico della valle.
La costruzione del cimitero non fu immediata. Infatti, a causa delle ingenti somme di denaro necessarie per la sua realizzazione, non ultima la spesa occorrente per dare forma simmetrica e regolare alle terre del camposanto, il Consiglio Comunale venne indotto a chiedere una revisione delle opere inizialmente previste. Pertanto, nel 1880, si incaricò l’ing. capo Alfonso Barbera di definire il progetto dell’opera che meglio si adattasse alla particolare conformazione del sito.
I primi lavori riguardarono la costruzione delle mura perimetrali, realizzate in pietra da taglio, secondo la morfologia del suolo. L’area cimiteriale si articola su tre livelli principali: una parte pianeggiante in basso, una parte in salita a mezza costa e una più ripida in alto. Il campo per l’inumazione ordinaria fu posto a valle, mentre le cappelle gentilizie e quelle per le confraternite furono collocate nella parte alta; le sepolture particolari con monumenti e lapidi furono sistemate a mezzacosta. I muri interni e i terrapieni, che via via sarebbero sorti per definire i percorsi, sarebbero stati destinati ad ospitare i colombari.
L’articolato complesso monumentale del cimitero, della chiesa, del convento e del castello si estende lungo l’asse Sud-Est. Il cimitero offre un’ampia visione panoramica: grazie alla sua posizione dominante permette la veduta del complesso paesaggio del centro Sicilia, caratterizzato da molteplici e multiformi colline argillose e calanchi. Lungo l’asse Est-Ovest si osservano la Serra della Difesa, il Vallone della Difesa e Iuculia; ad Est si osserva il monte Sabucina, straordinario condensatore di trame, segni naturali e artificiali: macchia mediterranea, ulivi millenari, cave di pietra, ex miniere di zolfo, antichi insediamenti umani indigeni e greci. In direzione Nord si osservano il monte San Giuliano con il suo monumento al Redentore e la collina di Sant’Anna con la notevole antenna RAI (alta 286 metri), inaugurata nel 1951. Emergenze, queste, che dominano l’intero abitato nisseno.
L’ingresso monumentale, ideato da Barbera e risalente al 1885, fu ricavato abbassando l’antistante livello dello spiazzo, che a destra è delimitato dalla chiesa di Santa Maria degli Angeli. Esso costituisce un importante esempio, pacato e semplificato, della corrente neoclassica presente all’interno dell’eclettismo ottocentesco riscontrabile in altre opere dell’architetto realizzate a Caltanissetta, quali le facciata del nuovo Palazzo di Città, del Teatro Comunale e del prospetto di Palazzo Giordano, elementi caratterizzanti il decoro della piazza principale della città, Piazza Garibaldi.
Il cimitero è caratterizzato da una forte pendenza, con viali interni sinuosi su cui si affacciano cappelle gentilizie in diversi neostili e talvolta secondo il gusto eclettico tipico del XIX secolo.
Le più note cappelle sono quelle degli Amato-Salvati, Calafati, Di Figlia, Falduzza, Giarrizzo, Lanzirotti, Mazzone, Messina-Sapienza, Trigona della Floresta e Testasecca. Si tratta delle famiglie notabili della città che, a cavallo tra Ottocento e Novecento, diedero un nuovo impulso all’economia di Caltanissetta attraverso lo sfruttamento dei giacimenti minerari, la commercializzazione dello zolfo e tutte le altre attività produttive generate dalle nuove esigenze.
Molte di queste famiglie hanno i palazzi nobiliari sulle due strade principali del centro storico, e le loro ville nelle campagne appena fuori dal centro abitato. Gli intrecci tra questi personaggi, gli architetti e numerosi artisti dell’epoca sono visibili sia nelle costruzioni civili, sia nell’edificazione dei loro monumenti sepolcrali, tanto che il cimitero può essere considerato una sintesi dell’ambiente sociale, artistico ed economico di un periodo storico ben determinabile.
Per il loro valore architettonico e artistico ricordiamo le cappelle costruite oltre che da Alfonso Barbera anche dall’ingegnere Pasquale Saetta, autore di molteplici interventi indirizzati a rinnovare nell’Ottocento la città di Caltanissetta, come l’ingrandimento di Villa Amedeo (precedentemente Real Villa Isabella), gli interventi necessari a convertire l’ex convento dei cappuccini di Contrada Pigni in ospedale civile (ex Ospedale Vittorio Emanuele) o il progetto di rinnovamento della Chiesa di San Sebastiano con l’inconfondibile facciata di gusto eclettico prospiciente Piazza Garibaldi.
La cappella Testaseccasi si distingue per la sua monumentalità ma, soprattutto, per il valore artistico della “Madonna sul trono con il Bambino”, dello scultore nisseno MicheleTripisciano, di cui si conserva il bozzetto preparatorio nel museo istituito all’interno del seicentesco Palazzo Moncada. Oltre la ricca collezione presente all’interno del museo, in città si possono ammirare altre opere di Tripisciano (che è sepolto nella cappella del barone Guglielmo Lanzirotti, suo Mecenate) tra cui il Tritone di bronzo nella fontana posta al centro di Piazza Garibaldi, di fronte al palazzo della Camera di Commercio voluta dallo stesso Lanzirotti.
Tra gli artisti che hanno contribuito alle opere scultoree ha un posto di rilievo Francesco Biangardi, autore delle statue presenti nella facciata della già citata Chiesa di San Sebastiano e delle Vare, grandi gruppi sacri, la cui processione rappresenta uno dei momenti centrali della Settimana Santa nissena. Interessante è anche la cappella del Senatore Morillo, barone di Trabonella, la cui facciata fu progettata dall'ingegnere Nuara nel 1912. Questa cappella, in cui si trovano altre pregevoli sculture del Tripisciano, è ricavata in un anfratto, probabilmente un antico ambiente della rocca di Pietrarossa su cui si ergono i ruderi del castello.
Il cimitero è stato oggetto di una proposta di vincolo paesaggistico nell’ambito della Commissione provinciale per la tutela del paesaggio, apposto con D.A. nº 7732 del 09/10/1995. Alla data della sua creazione, il camposanto nisseno è stato uno dei primi cimiteri monumentali d’Italia. A Caltanissetta esiste anche il piccolo Cimitero dei Carusi, presso la miniera Gessolungo, realizzato a ricordo di un grave incidente minerario avvenuto il 12 novembre del 1881, a seguito del quale persero la vita diciannove “carusi” (ragazzini) di cui nove rimasti senza nome.
Nel cimitero degli Angeli di Caltanissetta, in questo luogo familiare e sfuggente, ombroso e rilucente, oltre al dolore della perdita, al lutto, può capitare di incontrare la bellezza, il mistero e la luce. L’imprevedibile sublime, oltre il banale di una grigia, sconfinata periferia.
(Testo di Leandro Janni, Giuseppe Giugno, Liborio Torregrossa)