Pubblicato il: 25/11/2015 alle 11:59
Il cancro del colon-retto è tra i tumori più frequenti: è infatti il secondo tumore più diffuso nelle donne e il terzo negli uomini. In Italia si stimano ogni anno circa 19.500 casi nelle donne e 29.000 negli uomini.
La formazione della massa, definita “neoplasia”, è spesso conseguente ad una evoluzione di lesioni benigne (quali ad esempio I polipi adenomatosi del colon che impiegano un periodo molto lungo (dai 7 ai 15 anni) per trasformarsi in forme maligne.
Per una diagnosi precoce, esistono test di screening che si suggeriscono, in particolare, alle persone tra i 49 e 69 anni anche se non avvertono alcun sintomo o a chi ha rilevato qualche sintomo e averne parlato con il proprio medico di famiglia o lo specialista.
Il test del sangue occulto nelle feci, eseguito ogni 2 anninelle persone tra i 50 e i 69 anni costituisce uno dei test di screening. L’esame, estremamente semplice, consiste nella raccolta (eseguita a casa) di un piccolo campione di feci e nella ricerca di tracce di sangue non visibili a occhio nudo. E’ un esame molto utile poiché le eventuali tracce di sangue possono essere un indizio della presenza forme tumorali oppure di polipi che possono, in futuro, degenerare. Una piccola parte dei programmi di screening attivi in Italia utilizza al posto della ricerca del sangue occulto un altro esame di screening: la rettosigmoidoscopia eseguita una sola volta all’età di 58-60 anni.
Si tratta di un esame endoscopico, che consiste nella visualizzazione diretta, tramite una sottile sonda flessibile dotata di telecamera, dell’ultima parte dell’intestino (il sigma e il retto): è qui che si sviluppa infatti il 70% dei tumori del colon retto.
Nel caso di positività all’esame del sangue occulto nelle feci o alla rettosigmoidoscopia, i programmi di screening prevedono l’esecuzione di una colonscopia come esame di approfondimento. La colonscopia permette di esaminare l’intero colon retto e, oltre a essere un efficace strumento diagnostico, è anche uno strumento terapeutico.
Nel caso venisse confermata la presenza di polipi consente, infatti, di rimuoverli nel corso della stessa seduta.
I polipi rimossi vengono successivamente analizzati e, in base al loro numero, alle loro dimensioni e alle caratteristica delle loro cellule, vengono avviati percorsi terapeutici e di controllo ad hoc.
La diversa morfologia del colon, la presenza di tratti ristretti per fenomeni infiammatori, diverticolari o spastici, la diversa soglia del dolore viscerale e l’ovvio pudore nei confronti di un esame che viola l’intimo di ogni soggetto, rende l’indagine certamente invasiva e sgradevole. Per consentire un esame accettabile ed efficace è necessaria una pulizia accurata del colon. Pertanto, la preparazione all’esame colonscopico diviene un obiettivo centrale per ottenere un’indagine di qualità.
E’ stata avviata recentemente una survey nazionale in collaborazione con AIGO (Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri) che ha come responsabile il dottor Luigi Montalbano, dell’unità operativa di endoscopia digestiva Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello,con l’obiettivo di coinvolgere circa 50 centri di gastroenterologia italiani e 2000 pazienti per fotografare la realtà clinica sulla prevenzione del CCR e valutarne il percorso clinico in Italia.
“Il gastroenterologo – ha spiegato il dottor Gaetano Morreale (nella foto) -, deve sempre consigliare a una persona che ha avuto parenti con questo tumore in uno o l'altro dei rami familiari, che adotti una dieta con pochi grassi e poca carne e ricca di fibre, vegetali e frutta. Superando i 50 anni di età, inoltre, un soggetto soprattutto di sesso maschile (il sesso e l’età sono i 2 principali fattori di rischio) dovrebbe sempre effettuare i test di screening anche senza alcun sintomo. La colonscopia dovrà essere effettuata ogni 10 anni dopo i 50 anni di età, ed è in grado di individuare il 75% dei tumori del colon. Èinvece certo che tutti coloro che manifestano sintomi intestinali devono eseguire una colonscopia completa. In questo caso l'esame viene ripetuto più frequentemente, in genere ogni cinque anni, mentre la ricerca del sangue occulto nelle feci viene fatta ogni anno. Il tumore del colon – ha concluso il medico – come quello della mammella, è purtroppo gravato da una elevata mortalità e io invito sempre a seguire il consiglio del proprio medico e degli specialisti effettuando la prevenzione. Questo è l’unico modo per salvare la vita”.