Pubblicato il: 02/02/2016 alle 08:34
Rubrica a cura della veterinaria Silvia Cortese
Sebbene i cani e i gatti siano originariamente entrambi carnivori, con l’evoluzione i primi si sono avvicinati molto al metabolismo ed ai fabbisogni degli onnivori. Passando dalla “strada” alla vita “domestica” anche il loro stile alimentare si è evoluto notevolmente. Un animale predatore come il gatto si è adattato a non cacciare per nutrirsi, ma a ricevere l’alimento dai proprietari già pronto nella ciotola. Le diete possono essere di due tipi sia per i cani che per i gatti: di tipo commerciale o di formulazione casalinga.
Entrambi devono rispettare i fabbisogni energetici adeguati per la crescita e il mantenimento del peso corporeo delle diverse specie (variando in maniera equilibrata la percentuale di carboidrati, proteine, grassi, minerali e vitamine).
I carnivori non hanno problemi a soddisfare le loro esigenze proteiniche ed aminoacidiche se si cibano di altri animali, ma possono insorgere dei problemi se i proprietari tentano di alimentare il proprio gatto o cane con alimentazione vegetariana o con una dieta che ha ingredienti di scarsa qualità.
L'alimentazione commerciale raccomandata può essere in formulazione secca o umida costituita da varie carni (agnello, pollo, tacchino o coniglio ecc…), deve aver superato i test di controllo della Association of Americans Feed Control Officials (AAFCO) , non contenere sottoprodotti ad alto contenuto di collagene, come ossa o pelle o prodotti che sono stati eccessivamente elaborati. Questo porterebbe ad avere degli alimenti con carenze o eccessi di specifici aminoacidi che, a lungo andare, porterebbero a dermatiti, deficit neurologici, irritabilità, problemi a occhi o al fegato dei nostri amici animali. Non tutte le vitamine, gli acidi grassi essenziali e i minerali necessari per il gatto ed il cane sono presenti nelle carni o nei vegetali nel quantitativo sufficiente e per questo le case mangimistiche attuano una aggiunta di molte sostanze per il corretto mantenimento dei fabbisogni alimentari.
Una valida alternativa all’alimento commerciale è la consultazione di un alimentarista per piccoli animali per la corretta formulazione della dieta casalinga. Un pasto preparato in casa dovrà contenere: proteine sotto forma di carne bianca o rossa (con alternanza tra proteine della carne con quelle del pesce o delle uova o del formaggio magro), carboidrati di origine vegetale sotto forma di verdure, cereali, pane secco, pasta o riso e vitamine e Sali minerali con la frutta.
Per il cane che dorme fuori, è necessario aumentare le quantità durante l'inverno e diminuirle d'estate, per il cane che vive prevalentemente in casa, le quantità possono essere costanti in ogni stagione. Il veterinario sarà il punto di riferimento per stabilire se quantità e qualità del cibo sono corrette. Somministrare i pasti a orari fissi e regolari, nella stessa ciotola e nel medesimo luogo, possibilmente tranquillo e appartato, senza disturbarlo mentre mangia (attenzione ai bambini o ad altri animali della famiglia). Mai lasciare residui di alimento umido a fine pasto, potrebbe ossidarsi o essere inquinato da agenti atmosferici o da insetti; lavare la ciotola e rimetterla in posizione pulita in attesa del pasto successivo. Per evitare che possa accettare alimenti da sconosciuti, è preferibile che siano solo e soltanto i componenti della famiglia a fornirgli i pasti; a turno tutti devono fornirgli il pasto per un buon equilibrio sociale del gruppo. L’acqua non deve mancare mai . Sempre a disposizione accanto alla ciotola dell'alimento; va sostituita molto spesso (sempre fresca e pulita).
Imparando a leggere le componenti del cibo che somministriamo ai nostri amici animali saremmo in grado di gestire al meglio l’alimentazione commerciale più corretta ed eventualmente, se preferibile (e completa), anche quella casalinga. Non dimenticando, anche per loro, di lavare i denti a fine pasto (con spazzolini adatti se il nostro animale è molto collaborativo, o con barrettine adatte soprattutto se l’alimentazione è casalinga per evitare l’accumulo di tartaro).
Nel prossimo articolo saranno approfondite le dosi per garantire un fabbisogno giornaliero adeguato.
Per approfondire: Quando il “dottore” è il veterinario: tutto quello che bisogna sapere sugli animali domestici