Colon, pancreas e ora anche prostata. Cresce il numero di prove a favore dell'utilizzo dell’aspirinetta, la piccola dose quotidiana usata comunemente da tante persone per la prevenzione da disturbi cardiovascolari, nella protezione da alcune forme di cancro. Diversi studi condotti su migliaia di pazienti che assumono il farmaco come terapia per prevenire eventi cardiovascolari avevano già dimostrato l'efficacia di questa cura anche come scudo da tumori del colon e del pancreas.Ora una sperimentazione promossa dalla Società Italia di Medicina Generale (SIMG) su oltre 13mila persone con problemi cardiovascolari evidenzia che il farmaco riduce del 40 per cento il rischio di sviluppare un carcinoma della prostata, di cui nel 2016 sono stati registrati 35mila nuovi casi.
Lo studio su 13.453 pazienti con malattie cardiovascolari
«Èuno studio davvero importante perché prende in considerazione un medicinale molto utilizzato e malattie oncologiche particolarmente diffuse – afferma Claudio Cricelli, presidente nazionale SIMG -. Quella alla prostata è, infatti, la neoplasia più frequente tra i maschi italiani e grazie all’effetto protettivo dell’aspirina potremmo dimezzare il rischio di nuovi casi. Secondo i dati della ricerca (condotta su 13.453 pazienti affetti da malattie cardiovascolari) la protezione sale addirittura al 60 per cento se l'aspirina viene presa regolarmente per cinque anni. Nel carcinoma del colon-retto invece la diminuzione del rischio ammonta al 30 per cento». Lo studio è stato possibile grazie alla consultazione dei dati raccolti nel portale Health Search IMS Health Longitudinal Patient Database e presentato durante l'ultimo convegno annuale della SIMG a Firenze.«Èun farmaco antiaggregante e antiinfiammatorio – aggiunge Francesco Lapi, direttore della ricerca di Health Search -. Agisce inibendo alcune vie enzimatiche che favoriscono la proliferazione cellulare. Quindi riesce a bloccare la riproduzione incontrollata delle cellule che caratterizza le patologie oncologiche. Èpossibile sfruttare queste proprietà nella prevenzione del cancro del pancreas e del seno».
Le prime conferme già nel 2011
Le prime prove consistenti erano già arrivate nel 2011 dall’analisi di otto studi pubblicata sulla rivista scientifica Lancet, che aveva raccolto dati su 23.535 pazienti trattati con il farmaco nelle dosi utilizzate per prevenire eventi cardiovascolari. La riduzione della mortalità per tumori fra chi assumeva aspirina era stata ben del 34 per cento dopo 5 anni e del 20 per cento dopo 20 anni. Nel corso degli ultimi anni, poi, si sono moltiplicate le ricerche giunte a conclusioni simili fra loro: l’uso regolare di aspirina diminuirebbe le probabilità di ammalarsi di varie forme di cancro e nei pazienti che sono già stati colpiti dalla neoplasia abbasserebbe comunque il tasso di mortalità, riducendo anche il rischio di sviluppare metastasi.
Valutare bene i pro e i contro della cura per anni
L’aspirina è un potente antinfiammatorio e come tale può essere considerato un buon agente nella prevenzione di quelle forme di cancro che iniziano a svilupparsi da un’infiammazione cronica, a cui si deve (sul lungo periodo) la trasformazione neoplastica delle cellule. «I dati della ricerca italiana sono in linea con quelli di altre simili condotte all’estero – conclude Francesco Cognetti, presidente della “Fondazione Insieme contro il Cancro” -. Saranno necessari nuovi studi per confermare questi numeri estremamente interessanti. In ogni caso è necessario rafforzare l’alleanza tra medico di medicina generale e oncologo per incentivare la prevenzione dei tumori nel nostro Paese». Per ora, comunque, non è prevista la prescrizione del farmaco a tappeto a tutta la popolazione sana. Se i potenziali vantaggi sono chiari il dibattito è aperto sui possibili aspetti sfavorevoli. Ovvero, quali sono i possibili rischi a cui si va incontro assumendo la cardio-aspirina ogni giorno: fra i principali effetti indesiderati, specie per chi assume la cura a lungo, ci sono infatti la formazione di ulcere gastrointestinali e l’emorragia gastrica (sangue nello stomaco).
(Fonte Corriere.it)