Pubblicato il: 27/06/2013 alle 09:45
Piange, china il capo. E chiede scusa a tutti, Fabrizio Miccoli. Chiedo scusa a Palermo, alla mia famiglia, per tutto quello che ho fatto. Da tre notti non dormo. Sono uscite cose che non penso. Ho sempre partecipato alle partite del cuore per onorare la memoria dei magistrati uccisi. Sono distrutto. Sono cresciuto in un contesto di valori”, ha detto Miccoli durante la conferenza stampa dopo essere stato travolto dalle polemiche per le frasi ingiuriose contro il giudice Giovanni Falcone da lui definito “un fango”. “Chiedo scusa alla famiglia Falcone – ha aqgiunto Miccoli – e a tutti. Avevo già contattato la signora Falcone. Lei mi ha detto che bastava chiedere scusa a tutta Palermo. E sono qui per questo”. Il calciatore ha poi parlato della vicenda giudiziaria che lo vede indagato dalla Procura di Palermo per estorsione e accesso abusivo a sistema informatico per avere usufruito di quattro schede telefoniche intestate a terzi, nell'ambito delle indagini che coinvolgono Mauro Lauricella, figlio del boss della Kalsa. “Sono contento che sia uscito tutto – ha spiegato – Ho voluto essere amico di tutti, della città. Quando finirà questa storia voglio fare il testimonial della legalità. Spero che la signora Falcone me lo permetta, voglio partecipare alla sua associazione. Non sono mafioso – ha aggiunto il bomber rosanero che il 30 giugno cesserà i suoi rapporti col Palermo Calcio -sono contro la mafia e voglio dimostrarlo. Ho cercato di non essere in questi anni il capitano del Palermo, ma Fabrizio per tutti. Ho trascurato la mia famiglia per essere un palermitano. Ho frequentato tutti pensando che mi potessero dare vera amicizia, ho sbagliato”.
Riferendosi al suo interrogatorio con i pubblici ministeri che ieri lo hanno interrogato per cinque ore, Miccoli ha aggiunto: “In cinque ore di interrogatorio è uscito un altro Fabrizio Miccoli. Ho risposto a tutto quello che mi hanno chiesto. Adesso devo rinascere, evitare tutte le sciocchezze, devo crescere. Pensare a quello che è la vita vera, la mia famiglia, i miei figli. Non posso dire quello che ho detto ai pm, pero' sappiate che ho detto tutto quello che so. Ringrazio Buffon che mi conosce da una vita. Lui sa come sono fatto, che persona sono. Ha espresso un giudizio importante. Per quanto riguarda il mio lavoro non temo nulla, prenderò quello che verrà con la massima serenità. L'importante è che questa storia finisca il prima possibile, il resto è tutto in secondo piano”.
(FOTO ANSA – MIKE PALAZZOTO)