Pubblicato il: 04/07/2013 alle 19:26
Una notte accanto agli ultimi, aiutando chi stava male. Anche a chi aveva più bisogno di un conforto piuttosto che una visita medica. Notte intensa per medici e infermieri del Sues ?118? e i volontari del Nucleo emergenza del comitato provinciale della Croce Rossa Italiana, che mercoledì sera e fino a tarda ora hanno soccorso i numerosi stranieri accampati negli spazi del “?Pala Canizzaro”? e nella tendopoli abusiva allestita sotto il cavalcavia vicino il centro di accoglienza di Pian del Lago, a Caltanissetta. Piazzale che due settimane fa – su input dei carabinieri – era stato ripulito dalla mole di spazzatura dagli stranieri insieme ai netturbini di ?”Caltambiente?”.
In tutto, fra i due accampamenti, v'?erano sparsi una settantina di immigrati: la maggior parte sono afgani, nigeriani e somali richiedenti asilo politico, ai quali è stata offerta assistenza sanitaria. Perché non tutti se la passano bene.
L?'allerta è arrivata in prima serata alla sala operativa del ?118?: una donna ha segnalato un immigrato assai sofferente vicino l'?impianto sportivo, dove da tempo ?alloggiano? colonie di stranieri che non trovano posto nel vicino Centro di accoglienza. Ma quando è intervenuta un'?ambulanza medicalizzata, i soccorritori si sono accorti che l?'entità del caso era molto diverso. Chi stava male non era soltanto un individuo ma molti di più: chi lamentava forti dolori al petto, qualcuno era febbricitante.
Così gli operatori del ?118? hanno mobilitato altri mezzi di soccorso, allertando per affrontare questa emergenza anche i colleghi della Croce Rossa, intervenuta con volontari del Nucleo emergenza e due ambulanze. Èbastato un rapido coordinamento per allestire a cielo aperto un ?triage?, che ha permesso ai medici, infermieri e volontari di visitare gli immigrati e valutare i casi più critici sotto il profilo clinico. Per tre di loro è stato necessario il trasferimento all?ospedale ?Sant?Elia?, dove sono attualmente tenuti sotto osservazione per accertamenti perché uno presentava i sintomi di febbre alta, un altro per il sospetto morso di un topo – considerato che molti di loro dormono fra i rifiuti – mentre il terzo manifestava una disfunzione cardiaca. Ad altri, invece, sono stati somministrati antibiotici per prevenire possibili patologie. Ma il contributo dei volontari della Croce Rossa e dei colleghi del Sues è stato anche umano, perché agli stranieri in difficoltà per tutta la notte sono state offerte anche parole di conforto e sostegno psicologico.
Ma ora occorre che sia la Prefettura – con urgenza – ad affrontare con specifici interventi la problematica igienico-sanitaria, forse troppo sottovalutata.
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