Pubblicato il: 06/07/2013 alle 10:48
Processo da rifare per il deputato nazionale del PdL, Alessandro Pagano, accusato di concorso in abuso d'ufficio per le presunte ingerenze che – secondo la tesi dell'accusa – avrebbe esercitato per favorire la nomina di Silvio Morini a primario del reparto di Chirurgia dell'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta. A disporre un nuovo processo per il parlamentare sancataldese è stata ieri sera la sesta sezione penale della Cassazione, che ha annullato con rinvio la condanna a 5 mesi e 10 giorni di reclusione che era stata inflitta a Pagano dalla Corte d'Appello di Caltanissetta.
Ma dopo il pronunciamento della Suprema Corte, dovrà essere un'altra sezione della Corte nissena a giudicare nel processo d'appello bis Alessandro Pagano, che in primo grado era stato giudicato col rito abbreviato e venne assolto dal Gup Marcello Testaquadra “perché il fatto non sussiste”.
La Procura ricorse contro la sentenza d'assoluzione ma nel secondo grado i giudici d'appello riconobbero Pagano colpevole di concorso in abuso d'ufficio, condannandolo a 5 mesi e 10 giorni. Ieri il sostituto procuratore generale della Cassazione ha chiesto ai giudici di legittimità l'annullamento della condanna con rinvio. Contro il parlamentare – difeso dagli avvocati Grazia Volo e Nino Caleca – si sono costituiti parte civile i chirurghi Carmelo Venti, Arcangelo Lacagnina, Michele Ricotta e Cesare Cannemi, assistiti dagli avvocati Dino Milazzo, Davide Schillaci, Emanuele Limuti e Adriana Salerno. I quattro specialisti parteciparono al concorso e vennero riconosciuti idonei dalla commissione a ricoprire l'incarico di primario, ma vennero scalzati da Morini con una nomina esterna affidatagli dagli allora vertici dell'Azienda ospedaliera pure loro finiti sotto inchiesta.
Poche ore fa, attraverso una nota, Alessandro Pagano ha commentato così la sentenza che lo riguarda: “Allo stato, in attesa delle motivazioni della sentenza di annullamento della Cassazione, si può solo obiettivamente affermare che la sentenza della Corte d’Appello di Caltanissetta non esiste più e, per converso, rivive, in attesa del nuovo giudizio di appello, la sentenza di assoluzione emessa nei miei confronti in primo grado. Fatta questa generale premessa, evidenzio come la richiesta di annullamento del Procuratore generale della Cassazione non è stata riportata correttamente dagli organi di informazione. Il Procuratore generale, infatti, accogliendo le richieste della difesa dell'On. Alessandro Pagano, rappresentata nel giudizio di legittimità dagli avvocati Grazia Volo, Leo Mercurio e Nino Caleca, ha affermato che nella vicenda relativa alla nomina del Primario di chirurgia dell'ospedale Sant'Elia Silvio Morini, vi fu una violazione di legge, ma che quest'ultima riguarderebbe persone interne alla pubblica amministrazione (nello specifico l'allora Direttore Generale Dott. Alberto Paladino, oltre che ai suoi direttori amministrativi e sanitari), nei cui confronti comunque pende giudizio di merito di primo grado, ma non dell'On. Pagano, al quale l'accusa contesta di essere concorrente nel reato di abuso d'ufficio in quanto istigatore dei funzionari pubblici. Èproprio su quest'ultimo presunto ruolo dell'On. Alessandro Pagano che il Procuratore generale della Cassazione ha chiesto ai giudici l'annullamento della sentenza, dal momento che gli indizi evidenziati nella sentenza della Corte d’Appello di Caltanissetta risultavano equivoci ed incerti e tali da non poter costituire prova di una condotta di istigazione. Questo è quello, per amore della verità, che si può affermare allo stato, in attesa del deposito delle motivazioni dell'annullamento da parte dei giudici di legittimità”.