Pubblicato il: 10/07/2013 alle 08:37
La sezione Antirapina della Squadra Mobile di Palermo sta eseguendo 18 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di persone accusate di una serie di rapine commesse tra il 2009 e il 2011. Per tre il gip ha disposto i domiciliari, per gli altri il carcere. L'inchiesta è stata coordinata dai pm Siro De Flammineis e Francesco Grassi e dal procuratore aggiunto, Maurizio Scalia. I poliziotti, avvalendosi anche delle dichiarazioni rese da tre importanti componenti del gruppo, hanno fatto luce su decine di colpi a cittadini e a esercizi commerciali come farmacie, supermercati, tabacchi e gioiellerie. La banda era particolarmente violenta: alcuni arrestati hanno compiuto un blitz nell'appartamento di un disabile in carrozzina malmenato e derubato di 3000 euro.
L”operazione “Noxae” ha impegnato i poliziotti nella complessa ricostruzione di rapine commesse tra il 2009 ed il 2011, e ha svelato una banda composta da rapinatori “interscambiabili”: una gang capace di variare la sua composizione di volta in volta e a seconda degli obiettivi scelti. Nel gruppo erano al vertice i tre destinatari della misura cautelare domiciliare Giuseppe Anzalone, 32 anni, Mario Gebbia, 36 anni, e Marco Aiello, 24. I tre erano già stati arrestati per rapine. Anzalone è ai domiciliari per aver compiuto, il 23 settembre 2010, una violenta rapina alla gioielleria “La Piana” in via Mariano Stabile, a Palermo, portando via preziosi per 70 mila euro; Gebbia è ai domiciliari per una rapina compiuta in una gioielleria il 10 giugno 2011 a Palma di Montechiaro che ha fruttata circa 700.000 euro, e Aiello è ai domiciliari, per aver commesso, il 30 dicembre 2011, la rapina alla gioielleria “Sasso” di Palermo, bottino
200.000 euro. I tre, secondo la Polizia, erano i punti di riferimento della banda e mentre erano in carcere hanno spontaneamente deciso di testimoniare consentendo di ricostruire, con i riscontri conseguiti dalle attività di polizia, decine di rapine. La polizia ha scoperto i basisti di diversi colpi spesso dipendenti, conoscenti o vicini delle vittime.