Pubblicato il: 11/07/2013 alle 18:58
Dieci anni di carcere al netturbino accusato di essere affiliato alla famiglia mafiosa di San Cataldo, nel Nisseno, e che avrebbe maneggiato armi e trafficato droga. Èla pena inflitta oggi al quarantottenne Giovanni Vitello dal Gup di Caltanissetta Maria Carmela Giannazzo che lo ha giudicato col rito abbreviato e riconosciuto colpevole di associazione mafiosa, porto e detenzione illegale di armi sui quali pendeva l'aggravante mafiosa e di una decina di cessioni di hashish e cocaina. Reati per i quali il pubblico ministero della Dda, Stefano Luciani, aveva sollecitato una condanna a 12 anni e 4 mesi di reclusione, più una maxi multa da 18mila euro.
Il giudice ha assolto Vitello soltanto per un capo d'accusa legato all'istigazione all'uso di marijuana e di una cessione di droga. Ha retto insomma il teorema dell'accusa per l'operatore ecologico, personaggio centrale dell'inchiesta antidroga dei carabinieri della Tenenza denominata “Elite” e scattata un anno fa a San Cataldo con oltre venti arresti. Su tutti spiccava la figura di Vitello: numerosi collaboratori di giustizia lo hanno indicato come organico a Cosa Nostra.