Pubblicato il: 08/05/2024 alle 15:36
Si è concluso il campionato di serie C. La Nissa Rugby ha vissuto una stagione straordinariamente intensa sotto il profilo umano con il progetto di inclusione che ha coinvolto ben 6 giovani stranieri del Cara di Caltanissetta che hanno stabilmente giocato in prima squadra, un po’ meno soddisfacenti i risultati sportivi.
Una stagione “particolare” che abbiamo analizzato e sviscerato con Andrea Lo Celso Direttore Generale ed anche allenatore della prima squadra.
Iniziamo dalle corpose ed evidenti gioie regalate dal progetto di inclusione: “Anno particolare, diverso da tutti gli altri. I risultati non sono stati favorevoli, però abbiamo dei risultati non sportivi mai avuti, una vittoria umana, unica. Su una rosa di 30 ragazzi, 6 erano del Centro di Accoglienza e per Richiedenti Asilo. Immane il lavoro burocratico di permessi per uscire e stare con noi. Grazie alle autorità che si sono impegnate per consentire a questi giovani di vivere con noi il campionato. Alcuni di loro erano alla prima esperienza con la palla ovale. In rosa anche uno svizzero, studente, e tanti nisseni. Anche comunicare è stato difficile, in uno spogliatoio multietnico: tanta soddisfazione. Tecnicamente dobbiamo crescere tanto. Abbiamo chiuso il campionato in crescendo e questo per il prossimo anno servirà tanto”
Il peso del carattere: “Sottolineo il carattere mostrato dai ragazzi perché una squadra quando perde e puntualmente si presenta con una rosa al completo è inusuale, non da tutti. Ho apprezzato tanto il senso di appartenenza, il senso di maglia, il carattere. Sotto questo profilo sono stati tutti esemplari, coinvolgenti”.
I risultati: “La classifica potrebbe trarre in inganno. Ogni partita che si vince sono 4 punti. Se noi avessimo vinto una sola partita in più avremmo superato tre squadre in graduatoria. Anno tanto difficile ma anche tanto soddisfacente. Un dato va esplicitato: la rosa della squadra all’inizio è stata mutilata. Sette elementi esperienti, sette ‘veterani’ sono andati via per svariati motivi: cito ad esempio Peppe Giunta, il capitano, che ha vinto un concorso al nord. Mattia Famiano partito per l’Erasmus in Lettonia, Giuseppe Ferrara, i Fratelli Calì; altri due diventati papà che hanno dovuto un attimo rallentare. Per questo applaudo i ragazzi che hanno giocato senza mai arrendersi o demordere”.
Il futuro: “Abbiamo seminato molto e bene per la prossima stagione. Sono fiducioso. Adesso proseguiamo con gli allenamenti per le gare di rugby a sette che ricordo è una disciplina olimpionica”.