Pubblicato il: 06/08/2013 alle 10:16
Gaetano Costa, Ninni Cassarà e Roberto Antiochia. Oggi la Sicilia ricorda questi eroi che hanno fatto la storia dell'antimafia – quella concreta, non sbandierata a parole – nella nostra terra. Domani, martedì 7 agosto, a Caltanissetta alle ore 11.30 su iniziativa congiunta della Presidenza della Corte di Appello di Caltanissetta, del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, dell’Associazione nazionale magistrati di Caltanissetta, della Scuola Forense e della Fondazione Costa, verrà ricordata la figura di Gaetano Costa, Procuratore della Repubblica di Caltanissetta e poi Procuratore della Repubblica di Palermo, ucciso dalla mafia il 6 agosto 1980 per il suo inflessibile impegno nel contrasto alle cosche siciliane.
Nell'aula a lui intitolata nel Palazzo di Giustizia nisseno, il Presidente della Corte di Appello Salvatore Cardinale, il Presidente di sezione del Tribunale, Antonio Napoli, il Procuratore Generale facente funzioni, Antonino Patti, il Procuratore aggiunto Lia Sava, il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, Giuseppe Iacona, e il Presidente distrettuale dell’Anm, Giovanbattista Tona, formuleranno brevi riflessioni per ricordare l’esempio professionale, morale e umano che Gaetano Costa ha reso con la sua vita e con la sua morte. La manifestazione è aperta a tutta la cittadinanza.
E oggi si celebra anche la morte di due “sbirri” in prima linea nella lotta a Cosa Nostra: Ninni Cassarà allora dirigente della Squadra Mobile di Palermo e il suo agente di scorta Roberto Antiochia, trucidati il 6 agosto del 1985 in via Croce Rossa, a Palermo, da un commando.
“In occasione del ventottesimo anniversario del barbaro assassinio di Antonino Cassarà e dell'agente di scorta Roberto Antiochia, desidero rinnovarne la memoria e ricordarne il sacrificio. I loro nomi sono per noi tutti esempio di mirabile attaccamento ai valori quotidiani della giustizia e del lavoro, pagati con il prezzo estremo della vita”. Lo afferma
il presidente del Senato, Pietro Grasso.
“Eroe contemporaneo dalle grandi doti morali, – aggiunge Grasso – spinto fino al sacrificio estremo da un sentimento di profondo attaccamento allo Stato e alla nostra terra di Sicilia, Ninni Cassarà, nel suo ruolo di vice dirigente della Squadra mobile di Palermo, era riconosciuto come uno dei migliori investigatori della Polizia del capoluogo siciliano. Aveva contribuito all'operazione ‘Pizza Connection', che aveva portato all'arresto di decine di mafiosi tra Italia e Stati Uniti, e sotto il coordinamento del pool antimafia della Procura di Palermo aveva diretto molte operazioni decisive per la lotta alla criminalità organizzata. Investigatore tenace ed instancabile, le sue doti di altissimo profilo lo avevano reso prezioso collaboratore di quei magistrati, tra tutti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che all'epoca avevano intrapreso con coraggio e determinazione il difficile e impervio cammino della lotta alla mafia”.
“Ai familiari – conclude il presidente del Senato – rinnovo la mia commossa vicinanza. Agli uomini della Polizia, che hanno saputo sapientemente proseguire nel cammino tracciato da Ninni Cassarà e Roberto Antiochia, va la mia più sincera gratitudine”.