Pubblicato il: 28/06/2024 alle 13:42
Questa è la Sicilia. E questa è la siccità.
Ma non chiamatela emergenza o calamità. Era tutto prevedibile. Era tutto previsto. Sono mesi che il rischio di una grave crisi idrica è noto al Governo regionale. A febbraio, la mia prima interrogazione al Governo nazionale per intervenire. Da allora, abbiamo presentato ordini del giorno, emendamenti, altre interrogazioni. E dal Governo, silenzio. L’unica risposta, qualche settimana fa, è stata lo stanziamento di appena 20 milioni per lo stato di emergenza: una miseria. Diciamoci la verità, la Regione in questi mesi non ha fatto nulla. Dopo gravi responsabilità, accumulate in anni di mancati interventi strutturali sugli invasi e sulle reti, non ha pianificato nulla per mettere in sicurezza l’approvvigionamento nelle aree più a rischio. Ha lasciato soli i Sindaci, i Comuni. Aspettava la pioggia? Non è arrivata.
Ora gli invasi sono a secco. L’agricoltura è allo stremo. Il turismo rischia un colpo ferale. Soprattutto, i cittadini continuano a subire un razionamento dell’acqua che va avanti da mesi e diventa sempre più insostenibile. Cresce una speculazione senza regole con le autobotti private: con quali controlli sull’igiene? In alcune zone – tra Agrigento e Caltanissetta, in particolare – la poca acqua che arriva, quando arriva, non è potabile. Uno scandalo nell’Italia del 2024, con conseguenze potenzialmente drammatiche sulle salute delle persone, di cui qualcuno potrebbe essere chiamato a rispondere.
Manutenzioni straordinarie, nuovi pozzi, dissalatori, reti alternative di approvvigionamento: tutto quello che si dovrà fare domani, e che si doveva fare già ieri, per fronteggiare la crisi climatica e mitigarne gli effetti, è noto, si sa. Lo abbiamo detto, avevamo previsto risorse che la Regione per incapacità e mancanza di un governo adeguato ha in parte sprecato. Ne riparleremo, ma qui bisogna agire per l’oggi. E non c’è un piano, non arriva alcuna risposta. Siamo al “si salvi chi può”. È inaccettabile. I cittadini non possono più aspettare e subire. Si stanno calpestando i diritti fondamentali e la stessa dignità.
Non c’è più tempo. Il Presidente della Regione intervenga con poteri straordinari, non si possono abbandonare a se stesse intere comunità. Intervenga la Protezione civile – dove c’è un Ministro siciliano (c’è?) che dovrebbe conoscere la situazione (avrebbe dovuto affrontarla lui, in verità, negli anni in cui ha guidato la Regione) – perché siamo da tempo fuori da ogni ordinarietà, in una condizione senza precedenti. Noi siamo pronti a mettere da parte ogni polemica, in queste ore difficili. Siamo pronti a collaborare. Pur di trovare una qualche soluzione. Chiediamo un incontro urgente in Regione, per capire esattamente come si sta affrontando la crisi. Chi doveva agire, e non lo ha fatto, sarà chiamato a risponderne. Ma ora serve un sussulto di responsabilità. Prima che si troppo tardi.
Peppe Provenzano – Deputato PD