Pubblicato il: 29/06/2024 alle 20:30
(di Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) È caduta pure l’ultima accusa che pendeva sul suo capo. L’unica contestazione che era rimasta in piedi a carico dell’ex direttrice dell’istituto penale minorile nisseno, poi trasferita al «Beccaria» di Milano. È il nuovo atto, dal punto di vista processuale, sul sospetto scandalo dei corsi professionali truccati. Che, alla luce di questo nuovo verdetto… truccati non erano.
Assoluzione, con formula piena, per l’ex capo dell’Ipm, Alfonsa «Nuccia» Miccichè che dall’originaria contestazione d’induzione indebita a dare o promettere utilità, è poi passata all’istigazione alla corruzione. E per questa imputazione, una quindicina di mesi fa è stata condannata dal tribunale a 2 anni e 8 mesi di reclusione, a fronte dei cinque anni proposti allora dal pm. Ora la corte d’Appello l’ha assolta perché «il fatto non sussiste». Nei suoi confronti era costituito il ministero della Giustizia.
Già in primo grado il Collegio giudicante l’ha assolta per il reato associativo, un paio di episodi di corruzione e per abuso d’ufficio, sempre perché «il fatto non sussiste».
Ora, pure l’ultimo addebito che pendeva su lei , l’istigazione alla corruzione, è caduto nel vuoto. Così da vanificare, nel concreto, l’intero impianto accusatorio.
Sì, perché già nel primo passaggio in aula altre sette imputati sono stati assolti da ogni capo d’imputazione perché «il fatto non sussiste». In tribunale sono stati pure giudicati il presidente della Onlus l’«Araba fenice» e una dipendente, due figli della stessa ex direttrice, un docente per alcuni corsi destinati ai minori reclusi, il legale rappresentante del centro servizi formativi Enaip e l’amministratore della cooperativa sociale «Iopervoiperio», tirati in ballo a vario titolo, per il reato associativo, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, corruzione e concussione per induzione indebita. E il pronunciamento assolutorio del tribunale, per loro, è divenuto definitivo.
Secondo l’originaria tesi accusatoria, l’ex direttrice del minorile avrebbe favorito alcune associazioni nell’organizzazione di corsi professionali, in cambio di incarichi in favore di familiari e amici. Le Onlus ritenute favorite sono state incaricate di organizzare all’interno del “minorile” corsi per pizzaioli e per attività legate all'allevamento dei cavalli.
Più in dettaglio, i progetti che sarebbero stati affidati dall’ex direttrice dell'istituto penale minorile di via Turati, si sarebbero attestati su una spesa che non avrebbe superato il tetto dei quarantamila euro. E non a caso, secondo gli inquirenti. Già, perché oltre quella cifra sarebbe scattato l'obbligo di una gara d'appalto pubblica.
È nell’ottobre di nove anni fa che è scattato il blitz a carico di otto indagati, cinque dei quali destinatari di ordinanze di custodia cautelare – a cominciare da Alfonsa «Nuccia» Miccichè allora assegnata ai domiciliari – e tre di avvisi di garanzia. Ma a poco più di nove anni da quell’operazione, l’inchiesta, con quest’ultima assoluzione, s’è sciolta come neve al sole.
Nn avendo dubbi sulla dottoressa Miccichè, ora mi chiedo….sti anni passati di merda chi li risarcisce? Lavorare per lo Stato…bah!
Gogna e accuse infamanti che ti rovinano e logorano la vita.
Nuova vita e sempre a testa alta!
Chi risarcirà la Dott.ssa Miccichè di tutto il danno materiale, MORALE ed economico subito in questi lunghi anni? NESSUNO
Chi ha sostenuto le accuse e portato in giudizio la Dott.ssa Miccichè subirà mai nulla? NO
La giustizia in Italia può continuare ad essere amministrata in questo modo BECERO? NO
Allora bisogna cambiare passo: È necessario introdurre nell’Ordinamento la RESPONSABILITÀ’ CIVILE a la SEPARAZIONE DELLE CARRIERE dei Magistrati.
Alfonso Ippolito