Pubblicato il: 06/07/2024 alle 08:35
Si avvicina il consueto appuntamento con i saldi estivi, che prenderanno ufficialmente il via il 6 luglio.
Ma i saldi, come le vacanze, anche quest’anno non saranno per tutti. Questo appuntamento, infatti, coglie ancora i cittadini in un momento di forte difficoltà: in un contesto di rincari generalizzati, con i costi dei trasporti e dei servizi alle stelle, le famiglie adotteranno atteggiamenti prudenti, riducendo gli acquisti extra.
Ricorreranno alle vendite a saldo soprattutto coloro che hanno programmato gli acquisti in questo periodo, rinunciando a comprare a prezzo pieno ciò di cui aveva bisogno.
Questo comportamento manterrà quasi stabile il termometro dei saldi, che sennò avrebbe registrato un ribasso decisamente più rilevante, sull’onda dell’andamento delle vendite al dettaglio, in calo, nell’ultima rilevazione, sia in termini congiunturali che in termini tendenziali.
Secondo le prime stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, che ha effettuato la consueta indagine sull’andamento degli acquisti a saldo nelle città di Roma, Milano e Napoli, il 38% delle famiglie (-1% rispetto allo scorso anno) è propenso ad acquistare a saldo, con una spesa media di 142 euro a famiglia (-5% rispetto al 2023).
Coloro che effettueranno acquisti a saldo lo faranno con prudenza e oculatezza: i cittadini monitoreranno i prezzi a saldo per capire la loro reale convenienza, facendo il confronto sia online che tra i negozi fisici. Per i capi più importanti molti rimanderanno gli acquisti tra qualche giorno o settimana, nella speranza che gli sconti aumentino a saldi avanzati. Discorso a parte, invece, vale per i negozi di fascia medio-alta, dove i cittadini cercheranno di accaparrarsi le occasioni più convenienti fin dalle prime ore di apertura.
A mantenere contenuto l’andamento delle vendite contribuisce anche il fatto che i saldi, ormai, non sono più attesi come un tempo: online e no, le promozioni sono sempre più numerose e dilazionate nel corso dell’anno. Sono molti, inoltre, i negozi che hanno già avviato i cosiddetti pre-saldi, o vendite private, proponendo ai loro clienti più affezionati sconti in anteprima. Una tendenza che dimostra come il metodo di vendita a saldo o in promozione dovrebbe essere ripensato, magari all’insegna di una liberalizzazione del periodo interessato dalle promozioni.
Per i cittadini che si apprestano ad approfittare dei saldi estivi ricordiamo alcuni consigli utili per ridurre il rischio di essere truffati, raggirati o di incorrere in finte promozioni.
Le regole introdotte contro i falsi sconti
È entrato in vigore lo scorso anno il Decreto legislativo che impone maggiore trasparenza negli sconti di fine stagione: lo scopo della normativa è smascherare e sanzionare i commercianti “furbetti” che, poco prima dei saldi, alzano i prezzi, per poi ribassarli repentinamente e far apparire percentuali di sconto falsate che invoglino maggiormente all’acquisto.
L’ articolo 17bis del Codice del Consumo prevede l’obbligo, per i negozianti, di indicare chiaramente, oltre alla percentuale di sconto e al prezzo finale, anche il prezzo più basso applicato nei 30 giorni antecedenti l’avvio dei saldi. I commercianti che non rispettino tale regola rischiano una sanzione da 516,00 a 3.098,00 euro.
Prezzi
L’art. 15 del D.Lgs. n. 114/98 dispone che il cartellino debba indicare sia il prezzo “pieno” che quello ridotto, nonché la percentuale di sconto e il prezzo più basso applicato nei 30 giorni antecedenti l’avvio della stagione dei saldi.
Per evitare che i potenziali clienti possano confondere la merce in saldo con gli altri articoli in vendita, negli espositori, le due categorie di prodotto dovranno essere separate.
Lo sconto e il prezzo riportati sul cartellino sono quelli che l’esercente è tenuto ad applicare. Qualora il prezzo in cassa risulti diverso da quello esposto, il consumatore può richiedere che venga applicato il prezzo indicato sullo scaffale o sul cartellino (a meno che non si tratti di un errore evidente). Se si dovessero presentare delle difficoltà non esitate a rivolgervi alla Polizia Municipale o alla Guardia di Finanza.
La normativa vigente obbliga gli esercizi commerciali a garantire ai clienti il pagamento tramite POS, quindi con carta di credito o bancomat. Nel caso in cui l’esercente non consenta tale opzione di pagamento, o la consenta solo oltre una determinata soglia di spesa, è possibile segnalare l’episodio alla Guardia di Finanza.
In linea di massima è preferibile evitare di acquistare nei punti vendita che non espongano la percentuale di sconto ed i prezzi (quello pieno, quello scontato e quello più basso applicato nei 30 giorni antecedenti), nonché diffidare delle offerte eccessivamente vantaggiose (pari o superiori al 60%), dietro a cui potrebbe nascondersi un tentativo di truffa o un prodotto contraffatto.
Accade spesso che nei negozi vengano aggiunti, tra la merce in saldo, prodotti che non sono di fine stagione ma che, semplicemente, sono delle rimanenze di magazzino. In questo caso lo sconto potrebbe non essere così conveniente, soprattutto se si considera che si tratta di uno sconto applicato su merce che sta in deposito da molto tempo.
Prove e Cambi
I punti vendita non sono tenuti per legge a permettere la prova dei capi di abbigliamento prima dell’acquisto, così come, in assenza di vizi o difetti, il cambio del prodotto è rimesso alla discrezionalità del commerciante.
In generale consigliamo di diffidare di quegli esercizi che non consentono di provare i capi: potrebbe essere indice di poca trasparenza. Inoltre, prima di acquistare qualcosa in saldo, assicuratevi di poterla restituire se e qualora non dovesse andare bene.
È poi buona norma evitare di acquistare prodotti la cui etichetta non indichi, oltre alla composizione, anche le modalità di manutenzione: si eviteranno così spiacevoli incidenti nelle operazioni di lavaggio.