Pubblicato il: 08/07/2024 alle 08:23
Di certo aveva bevuto, più di quanto la legge consenta a chi sta alla guida. Era anche senza patente, perché gli era stata ritirata, e l’utilitaria sulla quale viaggiava era priva di copertura assicurativa. Rosario Brusa, un fabbro di 40 anni, nella tarda notte si è schiantato contro un muro con la sua Volkswagen Polo e per la figlia di tre anni, che pare viaggiasse in braccio alla mamma, l’urto è stato fatale: portata in ospedale dai sanitari del 118, è morta appena giunta nel nosocomio di Palermo.
L’incidente si è verificato intorno alle 3, a Villabate, alle porte del capoluogo siciliano. Secondo Brusa, i freni della vettura avrebbero improvvisamente smesso di funzionare, quando l’auto era in prossimità di una curva, in via Natta, dove un muro in cemento sorregge un cavalcavia e incrocia una strada sterrata. La sua versione sarà verificata dalle indagini condotte dai carabinieri, che hanno interrogato marito e moglie e compiuto i rilievi, mentre la procura ha aperto un fascicolo e Brusa rischia un’incriminazione per omicidio stradale.
La famiglia stava tornando da una serata trascorsa in una pizzeria sul lungomare di Aspra. Sulla vettura guidata da Brusa viaggiavano la moglie, il gemello di Aurora e il fratello quattordicenne, che poco prima aveva telefonato ai genitori perché era rimasto in panne col proprio scooter a Ficarazzi, a pochi chilometri da Villabate. Al momento dell’incidente tutta la famiglia era in auto.
Secondo quanto avrebbe riferito la mamma di Aurora a una parente, era lei a tenere in braccio la piccola. Una dinamica simile a quella di un altro incidente avvenuto pochi giorni fa, il 23 giugno, sulla Palermo-Sciacca, dove un bimbo di 16 mesi che viaggiava in braccio a una ragazza di 20 anni era morto in insieme alla giovane.
A Villabate ricordano che due anni fa Brusa, a bordo di una Fiat Punto, carambolò contro quattro auto parcheggiate in viale Europa. Allora non era notte, ma le 10 del mattino.
«Siamo davvero sconvolti per quanto successo – dice il sindaco Gaetano Di Chiara -. Una notizia che non vorremo mai ricevere. Esprimo il cordoglio della comunità. Quanto successo deve fare molto riflettere sui rischi che si corrono quando ci si mette alla guida».
«Quanta irresponsabilità, quanta incoscienza. Non si può morire così», afferma sui social il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che rinnova «l’appello al Parlamento affinché approvi definitivamente il nuovo codice della strada (ora al Senato dopo l’ok della Camera): ognuno deve fare la propria parte per contrastare l’inaccettabile strage sulle strade italiane».
E in questa prima domenica di luglio ha perso la vita sulle strade anche un motociclista brindisino di 34 anni, Emanuele Tedesco, che ieri sera si è scontrato con una Jeep Renegade sulla litoranea adriatica che collega Otranto alla vicina Porto Badisco.
Un altro incidente di moto è avvenuto in Austria, dove il sessantottenne Luciano Gottardi, di Grumello del Monte (Bergamo), ha travolto con la propria moto il figlio Gabriele, 34 anni, anche lui su una due ruote, mentre con un gruppo d’amici, venerdì, erano tutti diretti a Garmisch, in Germania, per il raduno europeo delle Bmw. L’incidente si è verificato all’uscita del paesino di Längenfeld, a causa dell’improvvisa frenata – che ha generato la caduta – di uno dei motociclisti per imboccare l’ingresso di una stazione di servizio. Luciano Gottardi, che aveva la visuale coperta, non ha potuto evitare il figlio.(Fonte Gds.it)